5 paesi italiani abbandonati che vale la pena visitare per un weekend

Lontani dalle città, arroccati su rupi impervie e, a volte, nascosti da una vegetazione diventata troppo folta a causa del trascorrere del tempo e dell’incuria di chi avrebbe dovuto occuparsi di loro. Sono decine in Italia i paesi abbandonati: le persone che li popolavano spesso li hanno lasciati perché hanno preferito trasferirsi in luoghi meno isolati e più agevoli. A svuotare, nel corso degli ultimi secoli, alcuni borghi sono state anche la povertà e la mancanza di lavoro. In alcuni casi, invece, a costringere gli abitanti a migrare sono state le calamità naturali o le decisioni di istituzioni che, incuranti della volontà di chi da sempre abitava quei centri, ha deciso di distruggerli per sempre, costruendo al loro posto una diga, come nel caso di Curon Venosta, in provincia di Bolzano.

Dopo quella che sembrava una morte inesorabile, però, alcuni centri disabitati hanno conosciuto un’inaspettata rinascita. Trasformati in villaggi artistici o in mete turistiche, offrono ai viaggiatori itinerari insoliti, in un’atmosfera sicuramente diversa da quella che si può trovare grandi città o nei luoghi frequentati da un numero elevato di turisti.

1-  Pentedattilo (RC)

Il nome di questa frazione del Comune di Melito Porto Salvo si deve alla rocca che è alle sue spalle: sono cinque guglie che ricordano una mano di un gigante. Nel ‘900 gli abitanti iniziarono, uno dopo l’altro ad abbandonare Pentedattilo. Alcuni partirono alla ricerca di un lavoro, altri invece si stabilirono più a valle, dove avrebbero potuto condurre una vita più agevole. Alluvioni e terremoti, infatti, negli anni avevano reso la permanenza nel borgo sempre più difficile.

Negli anni ’80, però, qualcuno ha iniziato ad accorgersi di quel paesino abbandonato – e bellissimo – nascosto in un’area interna della Calabria. Alcuni artisti hanno aperto tra le stradine di Pentedattilo la loro bottega ripopolando, così – anche grazie all’organizzazione di alcune iniziative culturali – un centro che sembrava ormai destinato ad essere dimenticato da tutti, anche da chi in passato ci aveva abitato. Dal 2006 è stato lanciato il Pentedattilo film festival dedicato ai cortometraggi. Nel 2012, invece, è stato inaugurato il Mutrap, un museo dedicato alle tradizioni contadine del paese.

Da qualche anno c’è anche la possibilità di alloggiare nel piccolo centro, grazie a un progetto di albergo diffuso.

2 – Santo Stefano di Sessanio (AQ)

Questo suggestivo borgo medievale si trova all’interno del parco nazionale del Gran Sasso. Santo Stefano di Sessanio è uno degli esempi più lampanti di come il turismo possa far rinascere un luogo. E la rinascita di questo centro, che per la sua bellezza stregò anche i Medici di Firenze, è iniziata nei primi anni del nuovo millennio quando un imprenditore svedese, Daniele Elow Kihlgren, ha acquistato parte delle case ormai disabitate e le ha ristrutturate, creando così un albergo diffuso. La sua idea ha attratto anche altri investitori incuriositi dalla particolarità di questo piccolo borgo fortificato ma anche dalla possibilità di creare una nuova forma di business.

 

Da vedere a Santo Stefano di Sessanio i palazzi storici, i resti della torre, le mura di cinta e la chiesa intitolata al santo che dà il nome al paese.

3 – Curon Venosta (BZ)

Un campanile spunta in mezzo a un lago. Non è un’allucinazione, ma quel che resta di Curon Venosta. Il paese, nel 1950, fu sommerso dall’acqua a causa della costruzione di una diga. Gli abitanti si opposero con tutte le loro forze alla decisione delle autorità di unire in un unico invaso i tre laghi naturali della zona. Si rivolsero anche al Papa ma, alla fine, dovettero arrendersi a vedere le loro case scomparire sotto l’acqua che diventava sempre più alta.

Oggi quel campanile è diventato il simbolo della Val Venosta attira turisti e curiosi in tutte le stagioni. D’inverno, infatti, gli amanti della neve possono andare a sciare nei comprensori di Belpiano, Malga San Valentino e Maseben, che sono gli impianti più vicini al paese. Ma chi pratica sport invernali può provare anche a fare surf sul lago ghiacciato, dal quale spunta il campanile romanico.

Nelle stagioni più calde, invece, è possibile fare escursioni, anche in bicicletta, immersi nella natura.

4 – Campomaggiore vecchio (PZ)

In questo territorio dell’entroterra lucano Teodoro Rendina, un conte della zona, provò a realizzare, nel 1741, un progetto ambizioso e quasi incredibile. Voleva costruire la “città dell’Utopia”, un luogo dove i cittadini avrebbero dovuto vivere secondo le teorie del pensatore Charles Fourier. Tutti i gli abitanti avrebbero convissuto in condizioni di eguaglianza. A ogni famiglia sarebbe stato affidato un terreno dove avrebbero potuto costruire la casa e per procurarsi il legname. Con una condizione, però: non si poteva tagliare un albero senza piantarne altri tre.

L’idea di Rendina ebbe successo. Più di 1500 persone si trasferirono nel borgo in cui si sperimentava il sogno del conte: creare un luogo in cui non ci fossero più persone povere.Dopo poco più di un secolo, però, il paese fu travolto da una frana.

Oggi di quell’utopia diventata, per qualche tempo, realtà sono rimaste le costruzioni semidistrutte dai movimenti del terreno che misero in fuga gli abitanti. Uno spettacolo teatrale, d’estate, racconta com’era la vita a Campomaggiore Vecchio. Ma visitare il paese, anche in altre stagioni, consente ai turisti di toccare con mano un progetto che doveva essere sembrato surreale a molti ma che, grazie al conte Rendina, prese forma per davvero.

5 – Elcito (MC)

Nel Medioevo la rupe su cui questa frazione di Sanseverino Marche sorge era inaccessibile. Oggi arrivarci è molto più facile che un tempo, ma ad andarsene sono stati gli abitanti. A Elcito ora vivono meno di dieci persone, ma questo borgo dove non è mai stato aperto un esercizio commerciale – se non, da pochi decenni, un bar che vende anche generi alimentari che si trova lungo la strada che conduce al paese – ha iniziato ad attrarre turisti e curiosi. Dalla sua rupe, infatti, si gode di una vista spettacolare sulla valle circostante.

Elcito può essere un luogo interessante per chi ama scoprire posti quasi sconosciuti o fotografare paesaggi. “Qui le stelle sono più vicine”, si legge nel sito dove si promuovono gli eventi culturali organizzati a nel borgo. E vedere il cielo dall’alto, immersi in un silenzio quasi surreale, potrebbe essere uno dei buoni motivi per trascorrere una giornata in questo paesino nel cuore delle Marche