La trattativa tra l’Aran, il braccio del Governo nei tavoli, e i sindacati entrerà nel vivo mercoledì. L’obiettivo è raggiungere un accordo prima di Natale, anche con una non stop.
Capi e lavoratori saranno ugualmente rappresentati all’interno della nuova cabina, chiamata a riunirsi almeno due volte l’anno. Alla task force sarà anche affidata la messa a punto di misure per “disincentivare elevati tassi di assenza del personale”. L’organismo formulerà “correttivi” qualora si verifichino madie “che presentino significativi scostamenti rispetto a benchmark di settori”, indicatori standard, “pubblicati a livello nazionale” o “siano osservate concentrazioni” in date particolari, in cui occorre garantire una continuità di servizio (l’ispirazione arriva dal Capodanno dei vigili urbani della Capitale). Di certo, si legge nel testo, occorre prevedere delle “significative riduzioni delle risorse” a titolo di premio collettivo.
A proposito di merito, le maggiorazioni di stipendio saranno “differenziate”: saltano le cosiddette ‘gabbie’ della legge Brunetta ma resta l’indicazione per dare di più ai migliori.
L’ipotesi è elargire i plus a una quota che non superi il 30% del personale. Ma allo stesso tempo si prova ad accorciare un pò la forbice tra i più ricchi e i più poveri. Spunta così un “elemento perequativo mensile”, una misura compensativa, in modo da garantire il completo salvataggio del bonus degli 80 euro e il riscatto di anni di blocco contrattuale.