Almerina Mascarello, 55enne di Montecchio Precalcino (Vicenza), perse la mano sinistra nel 1993 a causa di un incidente in fabbrica. È stata oltre 20 anni con un solo arto, fin quando non è entrata in contatto con i ricercatori e i medici che hanno lavorato allo sviluppo della nuova mano bionica “intelligente”. L’intervento per l’impianto è avvenuto lo scorso giugno, ma la notizia è rimbalzata sui media di tutto il mondo poche ore fa. “Ho potuto per la prima volta – racconta all’AGI la donna – sentirne la consistenza, distinguere tra un tessuto e una carta, una plastica e così via”.
La prima vera e propria “cavia” di questo gioiellino Made in Italy è stato un uomo danese di 36 anni, nel 2014. Ma allora la mano bionica non è mai uscita dal laboratorio, a causa dell’eccessivo ingombro. In questo la paziente italiana è davvero la prima ad aver portato “a spasso” la mano bionica. “Quella di Almerina Mascarello – ha spiegato Silvestro Micera della Scuola Superiore Sant’Anna, che ha coordinato il gruppo di ricerca – è una versione migliorata: racchiude il sistema che registra i movimenti dei muscoli e li traduce in segnali elettrici, poi trasformati in comandi per la mano; un altro sistema trasforma l’informazione registrata dai sensori della mano in segnali da inviare ai nervi e quindi in informazioni sensoriali”.
Il tutto lo si può mettere in uno zainetto, che può essere portato più facilmente in giro. Ma non è questo l’obiettivo finale. Il prossimo passo sarà quello di miniaturizzare ancora di più la parte elettronica. Al momento Mascarello ha dovuto restituire la sua mano bionica: è solo un prototipo. “Mi hanno promesso che ne avrò una tutta mia a maggio o poco dopo – ha riferito la paziente – E allora tutti i miei sacrifici saranno ben ripagati”.