Allarme Confcommercio: «Gap Nord-Sud fortemente acuito»

Il Mezzogiorno non sta affatto riducendo il divario economico con il resto del Paese, anzi le distanze fra Nord e Sud si sono ulteriormente acuite. E’ l’allarme lanciato oggi dall’ufficio studi di Confcommercio a Cernobbio.

Il Mezzogiorno non sta affatto riducendo il divario economico con il resto del Paese, anzi le distanze fra Nord e Sud si sono ulteriormente acuite. E’ l’allarme lanciato oggi dall’ufficio studi di Confcommercio a Cernobbio.

«Verso la metà del 2017, subito dopo la pubblicazione dei conti territoriali relativi al 2015 – si legge nel documento – è emerso un certo ottimismo sulla supposta nuova e migliorata condizione del Mezzogiorno. Tale suggestione era alimentata dalla constatazione che i dati statistici indicavano nel 2015 per il Sud del Paese una crescita superiore a quella delle altre ripartizioni geografiche. Quell’ottimismo – denuncia l’organizzazione presieduta da Carlo Sangalli – è largamente ingiustificato».

Confcommercio sottolinea come, considerando che molte regioni del Sud presentano livelli di Pil per abitante anche sotto la metà di quello delle migliori regioni del Nord (ad esempio il reddito pro capite in Calabria nel 2017 era meno della metà di quello della Lombardia, 17.200 euro contro 37.500), «perché le distanze si riducano è necessario osservare tassi di variazione più che doppi nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese».

Non è dunque opportuno, si sottolinea, festeggiare la presunta riduzione dei divari sulla base di qualche decimo di punto di differenza nei ritmi di crescita. «Inoltre – prosegue il rapporto – secondo l’Istat, nel 2016 i tassi di variazione del prodotto non sono stati dissimili tra le ripartizioni geografiche, né il 2017 dovrebbe avere mutato quest’inerzia. La conclusione che non si può non trarre è che durante la crisi e in questo primo scorcio di ripresa le distanze tra il Mezzogiorno e il resto del Paese si sono fortemente acuite».

Ad esempio, si nota, i consumi di ogni abitante del Sud sono risultati, al 2016, pari a poco meno del 65% di quelli effettuati da un residente del Nord.