Biancolino eroe non per caso: salva una donna presa a martellate

Raffaele Biancolino era uno di quegli attaccanti che in campo non si risparmiavano mai, dando tutto, qualità che gli ha permesso di arrivare a giocare a buonissimi livelli in Serie B soprattutto con la maglia dell’Avellino, squadra con cui si è ritagliato le soddisfazioni maggiori.

Attualmente, a 41 anni, è un ex giocatore dopo una lunga carriera passata a segnare goal nelle categorie minori: è proprietario di un negozio chiamato ‘Pitone’, proprio il soprannome con cui divenne celebre in campo.

E proprio a pochi metri da quel negozio ad Avellino stava per andare in scena una tragedia, al momento soltanto sfiorata: una donna è stata aggredita con un martello dal suo convivente ed è ricoverata in gravi condizioni.

Biancolino ha sentito alcune urla e si è precipitato di corsa sul luogo dell’accaduto, soccorrendo la sfortunata vittima e mettendo in fuga l’uomo, ancora non individuato dalla polizia.

Intervistato da ‘Irpinia News’, l’ex bomber biancoverde ha raccontato i dettagli della scabrosa vicenda: “Ero nel mio negozio, lungo Corso Europa, all’improvviso ho sentito mia moglie urlare. Mi sono precipitato subito all’esterno del locale. Poi dinanzi a me una scena cruenta, quasi surreale. Ho visto un uomo colpire una donna, più volte, con un martello. In quel momento ho pensato solo a dividerli. Mi sono subito messo in mezzo a loro, poi l’uomo ha buttato a terra il martello ed è scappato”.

“La donna perdeva tanto sangue – continua Biancolino – il mio pensiero era solo rivolto a lei. Nel momento in cui l’uomo è scappato ho pensato solo ad allertare il 118 e le forze di polizia. L’importante era soccorrerla, era piena di sangue, continuava a perdere sangue… Insieme a mia moglie abbiamo atteso l’arrivo dei soccorsi”.

Il suo intervento ha evitato conseguenze ancor più gravi: “Al momento dell’aggressione era presente anche una ragazzina che non poteva far altro che urlare di fronte a quella scena così cruenta. Non avrebbe potuto fare altro, la capisco, come comprendo la reazione di molti passanti che non sono riusciti a fermarsi. Forse dalla paura di una reazione dell’uomo nei loro confronti. In quel momento, credetemi, non ho pensato al pericolo, era doveroso aiutare chi in quel momento stava rischiando davvero la vita”.