Carburanti – Prezzi ai massimi dal 2015 e potrebbero arrivare nuovi rincari

Benzina e diesel continuano a rappresentare un grosso problema per gli automobilisti italiani. Negli ultimi giorni non ci sono stati rincari di una certa rilevanza, ma ormai i prezzi sono costantemente posizionati sui massimi dal 2015.

A metà maggio il rimbalzo. stato il mese di maggio a dare una scossa ai prezzi. Da allora, il trend dei rincari ha subito ben poche pause, inducendo le associazioni dei consumatori e la Coldiretti a lanciare l’allarme sulle conseguenze per le tasche degli italiani. Il Codacons parla, per esempio, di una stangata per le famiglie di oltre 400 euro l’anno. Il rincaro è stato determinato dal forte rialzo delle quotazioni del petrolio e provocato a sua volta dalle tensioni geopolitiche internazionali, a partire dal nuovo scontro diplomatico tra gli Stati Uniti e l’Iran. Il 16 maggio scorso il prezzo della benzina è tornato a superare la soglia degli 1,6 euro al litro e da allora questi livelli non sono stati abbandonati, per quanto negli ultimi giorni sia prevalsa una certa tranquillità.

Tutto fermo…per ora. Quotidiano Energia presenta ogni giorno un’elaborazione dei dati comunicati dai gestori dell’Osservaprezzi carburanti del Mise (ministero dello Sviluppo economico) e oggi fornisce un quadro di sostanziale stabilità anche per effetto di “un timido segnale negativo delle quotazioni di benzina e diesel nell’area del Mediterraneo. In particolare, il costo medio nazionale praticato in modalità self service della benzina è pari a 1,645 euro al litro, con i diversi marchi che vanno da 1,645 a 1,661 (le no logo a 1,622). Per il diesel il valore medio è di 1,518 euro al litro, con un minimo di 1,519 e un massimo di 1,531 (no-logo a 1,499). Ovviamente questi valori aumentano nella modalità servito: per la benzina il prezzo medio praticato è di 1,767 euro al litro, con impianti che vanno da 1,739 a 1,833 (no logo a 1,666), mentre per il diesel è pari a 1,644 euro al litro, con i punti vendita delle compagnie che oscillano da 1,631 a 1,709 (no logo a 1,542). Il Gpl, infine, va da 0,645 a 0,665 euro al litro (no logo a 0,632). Si tratta ovviamente di valori medi, ma rimane il fatto che all’aumento della quotazioni del greggio corrisponde un rincaro dei prezzi non proporzionale. Lo scorso 8 giugno l’associazione dei distributori Figisc-Confcommercio ha fatto presente come nel giro di un mese le quotazioni internazionali del petrolio siano salite di 2 centesimi al litro, mentre quelle dei prodotti finiti sono aumentate per la benzina di 1,7 e per il gasolio di 1,3 centesimi. I prezzi nazionali alla pompa sono invece saliti di 5,2 centesimi per la benzina e di 5,6 per il gasolio.

Il caso Autobrennero. in uno scenario del genere che fa ancor più scalpore il caso dell’Autobrennero. L’Associazione liberi distributori dell’Alto Adige ha infatti lanciato un allarme sui prezzi praticati lungo l’A22, l’arteria autostradale che da Modena arriva fino all’Austria. Il prezzo della benzina, alla stazione di Nogarole Rocca, in provincia di Verona, ha infatti superato la soglia dei 2 euro arrivando, per la precisione, a 2,08 euro, mentre il diesel si è fermato a 1,96 euro. In questo caso non sono solo le quotazioni del petrolio a incidere. ” un circolo vizioso e assurdo”, ha spiegato il presidente dell’associazione Haimo Staffler. “L’Austria distrugge ogni concorrenza con un dumping sleale sul prezzo del gasolio, costringendo i distributori a sud del Brennero ad alzare ulteriormente i prezzi, perdendo così ancora più clienti. Con i tir di lunga percorrenza, che hanno serbatoi da 1.600 litri, facendo il rifornimento in Austria risparmi anche più di 600 euro a pieno”, prosegue Staffler. “In questo modo l’Austria attira tir da mezza Europa e poi si lamenta per l’aumento di traffico sull’asse del Brennero. Non si fa così tra vicini”.

Estate ormai alle porte. Al di là del caso dell’Autobrennero, i prezzi alla pompa rimangono comunque su livelli elevati. E non è ancora arrivata la stagione estiva. Per quanto la Figisc-Confcommercio abbia previsto la scorsa settimana un periodo di relativa stabilizzazione, se non un leggero calo, con la chiusura delle scuole e l’aumento del traffico non sono esclusi nuovi rincari. Del resto, l’estate tradizionalmente porta con sé un aumento dei prezzi, ancor di più sulle arterie stradali che collegano le grandi città alle zone turistiche di riferimento per gli italiani e le previsioni degli analisti non delineano un quadro roseo per gli automobilisti. Dodici mesi fa il petrolio veniva scambiato intorno ai 50 dollari al barile con il Wti americano e a 52 con il Brent britannico. Negli ultimi giorni il primo viene trattato intorno a 67 dollari al barile e il secondo poco sotto i 77 dollari. In entrambi i casi si è verificato un discreto calo rispetto agli 80 dollari superati in occasione della decisione degli Stati Uniti di cancellare l’accordo sul nucleare con l’Iran. In vista c’è, però, un nuovo rimbalzo. Goldman Sachs ha previsto valori medi proprio attorno agli 80 dollari entro l’estate, ossia tra una decina di giorni, mentre per assistere a un nuovo calo, anche consistente (circa 75 dollari) bisognerà attendere sei mesi.

Benzina e diesel continuano a rappresentare un grosso problema per gli automobilisti italiani. Negli ultimi giorni non ci sono stati rincari di una certa rilevanza, ma ormai i prezzi sono costantemente posizionati…