Caso Cucchi, a Brindisi striscione contro il carabiniere che ha accusato due colleghi: “Infame”

“Per l’infame nessuna pietà, sei la vergogna della città”. Su un cavalcavia di Brindisi è comparso per poche ore uno striscione contro Francesco Tedesco, il carabiniere che ha accusato due suoi colleghi, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, di aver picchiato Stefano Cucchi causandone la morte.

Lo striscione è stato rimosso dalla Digos che ora è a caccia dei responsabili. Porta la firma degli ultrà di Brindisi, gli stessi che due anni fa affissero lo stesso messaggio di insulti che era comparso nel febbraio 2017 quando il militare finì nell’inchiesta sulla morte di Cucchi.Secondo gli investigatori, dunque, non è detto che il messaggio “Infame” non sia riferito alla sua scelta di collaborare con la giustizia. Potrebbe trattarsi, piuttosto, di un atto di accusa per i 9 anni di silenzio.  Lo striscione termina infatti con il motto “Cucchi Vive”. Ma saranno le indagini a verificare gli autori e le finalità del gesto.

Il carabiniere, dopo essere stato sospeso dal servizio è tornato a vivere a Brindisi, dove è nato. Nel 2016, una sua foto venne condivisa dalla sorella di Stefano Cucchi sul proprio profilo Facebook. Nei giorni successivi, Tedesco denunciò di essere stato  nsultato e minacciato morte. Il militare querelò per diffamazione gli autori degli insulti. In 31 sono finiti a processo.