Benvenuti nel ginepraio telefonia. Finita nell’occhio del ciclone per la fatturazione a 28 giorni imposta da tutti gli operatori in questi ultimi due anni recapitando con sé un aumento medio delle tariffe dell’8,6%. I rimborsi — dopo il provvedimento inserito nella legge di Bilancio che ha imposto alle telco di tornare sui loro passi ripristinando quella mensile (ma l’aggravio economico resta) — sono nell’ordine di qualche centesimo. Una beffa simbolica. E appesa alla decisione di ottobre da parte del Tar. Altroconsumo però rivela che il catalogo dei balzelli è variegata. Sono stati visitati, per ciascun gestore, dieci punti vendita. Da Vodafone a Tim, da Wind3 a Fastweb.
«L’intento era di cambiare operatore, con un’aspettativa di domande su quale fosse il profilo di consumo o le necessità di utente — spiegano da Altroconsumo. — Il profilo preso in considerazione: 500 minuti di chiamate, pochissimi sms (meno di cinque al mese, per il resto Whatsapp) e un giga per navigare. Nemmeno un addetto alle vendite su due (48%) ha voluto saperlo, né ha chiesto quale fosse la tariffa in uso. Il 32% delle offerte consigliate conteneva minuti illimitati, cosa assolutamente inutile per il profilo e che avrebbe fatto lievitare il costo fisso mensile fino a 15 euro. Anche per quanto riguarda internet si punta in alto: il 36% ha proposto tariffe con più di 10 giga mensili».