Decreto Dignità in arrivo, ma in versione “light”

Arriva oggi in Consiglio dei ministri il Decreto Dignità, primo provvedimento del nuovo governo. Il testo originario si articolava si tre fronti: lotta al precariato e alla delocalizzazione, semplificazione fiscale per le imprese (in particolare su spesometro, redditometro e split payment) e stretta sul gioco d’azzardo.

Il via libera al decreto era atteso per la settimana scorsa, ma la mancanza di coperture finanziarie e le divergenze politiche fra Lega e Movimento 5 Stelle su alcune misure hanno imposto lo slittamento. E, con il passare dei giorni, il provvedimento ha iniziato a perdere pezzi.

FISCO

La parte fiscale, quella più problematica dal punto di vista delle coperture, rischia di essere stralciata. I tecnici del tesoro, tuttavia, cercano le coperture per correggere lo split payment: nei piani del governo c’è un addio che, se limitato alla platea dei professionisti avrebbe un impatto di alcune decine di milioni, mentre sarebbe molto costoso se venisse esteso a tutti i fornitori. Si studia anche l’abolizione del redditometro, visto l’uso limitato dello strumento, e uno slittamento al 31 dicembre dell’invio cumulato dei dati dello spesometro (la prossima scadenza sarebbe settembre).

LAVORO

Quanto alla stangata sui contratti precari, si annuncia meno pesante del previsto, perché andrebbe a discapito degli imprenditori del Nord tanto cari a Matteo Salvini. E così l’abolizione dei contratti di somministrazione a tempo indeterminato rischia di saltare ed essere demandata al Parlamento insieme ai voucher, tema caro ai leghisti.

“Il tema della somministrazione in molti casi si presta a delle disfunzioni però dev’essere oggetto del dibattito parlamentare, non si può intervenire con un decreto – ha annunciato il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio – nel decreto dignità oggi non c’è il tema della somministrazione per la stessa ragione per cui demandiamo al Parlamento tutta questa materia, come anche tante altre come i voucher. Ci sono tante questioni che secondo me si possono affrontare facendo prima di tutto un confronto con i diretti interessati e capendo dove ci sono gli abusi e dove invece sono utili”.

Si sono perse per strada anche le annunciate norme sui rider: difficile trovare un compromesso che non faccia infuriare le imprese.

Sul fronte della stretta al precariato, scende da cinque a quattro il limite dei rinnovi di contratti a termine nell’arco dei 36 mesi e vengono reintrodotte le causali dal primo rinnovo senza prevedere alcun periodo transitorio. Il contratto di lavoro a tempo determinato non potrà superare i 12 mesi in assenza di una causale. Con l’indicazione delle causali, già dal primo contratto sarà possibile apporre un termine fino a 36 mesi, per esigenze temporanee ed oggettive, estranee all’ordinaria attività del datore di lavoro, nonché sostitutive. Oppure connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili d’attività.

Confermata la stretta sulle delocalizzazioni: tutte le imprese che beneficiano di aiuti di Stato e poi scelgono di delocalizzare le attività all’estero, approfittando di condizioni più favorevoli, se lo faranno prima dei 10 anni perderanno il beneficio e andranno incontro a multe da 2 a 4 volte il contributo che hanno ricevuto. Nelle bozze circolate il vincolo è esteso alle operazioni che avvengono anche all’interno della Ue.

GIOCO D’AZZARDO

Di Maio ha assicurato che non ci sarà “un passo indietro” sul divieto a ogni forma di pubblicità, anche indiretta, di giochi o scommesse con vincite di denaro. Dal 2019 il divieto riguarderà anche le sponsorizzazioni di eventi, attività e manifestazioni o di programmi, prodotti o servizi. Una delle ultime modifiche apportate dovrebbe prevedere una deroga al divieto di pubblicità per le lotterie nazionali a estrazione differita.