Secondo Mark Mattson, coordinatore del team che ha effettuato la ricerca, mettere a riposo il nostro sistema digestivo, evitando di mangiare per un breve periodo di tempo, produrrebbe effetti benefici sul nostro organismo: dai risultati è emerso, infatti, che quando non mangiamo il nostro corpo entra in una di modalità che potremmo definire ‘di sopravvivenza’, una condizione in grado cioè di allertare diverse funzioni, compresa quella cerebrale.
Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno alimentato alcuni topolini da laboratorio a giorni alterni, provocando la crescita di un elevato numero di neuroni e una maggior formazione di sinapsi. Il risultato è stato un apprendimento più efficace, un aumento della memoria e una maggiore attività cerebrale. A quanto pare gli effetti benefici si hanno perché ogni 10-14 ore di digiuno l’organismo esaurisce le scorte di glicogeno provenienti dal fegato, conseguentemente l’organismo è forzato ad attingere da altri fonti energetiche (un po’ come accade nella dieta chetonica): il che significa che i grassi verranno prelevati dalle cellule adipose. Questi grassi, una volta trasformati in chetoni, permettono una miglior stimolazione dell’attività cerebrale attraverso diversi meccanismi, il più importante dei quali è una maggior produzione di Brain Derived Neurotrophic Factor o BDNF: un fattore indispensabile per la salute delle cellule nervose.