Peggio il Mezzogiorno – Le disparità regionali, spiega il rapporto dell’Istat, sono “molto ampie” e nel Mezzogiorno dove è a rischio di povertà o esclusione sociale quasi la metà degli individui (46,9%), contro uno ogni cinque del Nord (19,4%). Nel 2017 l’Istat aveva rilevato che si stima siano 5 milioni e 58 mila gli individui in poverta’ assoluta (8,4% della popolazione). Le condizioni dei minori rimangono critiche: l’incidenza di povertà assoluta tra di essi è pari al 12,1%.
Scende l’abbandono scolastico – Dati migliori riguardano invece l’istruzione. Il tasso di abbandono scolastico precoce è infatti sceso, nel 2016, al 13,8%, rimanendo pressappoco invariato nel 2017. Permangono però consistenti differenze territoriali a svantaggio del Mezzogiorno. In Italia la quota di ragazzi 15enni che non raggiungono la sufficienza in lettura è del 21% (19,5% nel 2012), mentre si attesta al 23,3% in matematica e scienze (rispettivamente 24,6% e 18,7% nel 2012) in leggero peggioramento rispetto ai tre anni precedenti. La quota di popolazione di 30-34 anni che ha completato l’istruzione terziaria raggiunge il 26,9% in Italia nel 2017.
Donne più laureate degli uomini – Per la prima volta nell’ultimo biennio si arriva all’obiettivo nazionale previsto da Europa 2020, “tuttavia sono ampie le differenze territoriali – con una maggiore incidenza di laureati al Nord e al Centro – e di genere”. Per le donne la quota di 30-34enni laureate è del 34,1%, per gli uomini del 19,8%. Continua a crescere la partecipazione degli adulti alle attività di istruzione e formazione: nel 2016 il 41,5% delle persone tra i 25 e i 64 anni ha svolto almeno una attività formativa negli ultimi 12 mesi.