Italiani scansafatiche? Per l’Ocse lavoriamo molto più di tedeschi, francesi e inglesi

Il lavoro in Italia è merce rara soprattutto tra i giovani. Ma chi ne ha uno sa bene quante ore vi si dedichino ogni giorno. Le parole del presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker di certo colpiscono alle spalle gli italiani, che anche a guardare i dati dell’Ocse, risultano invece tra i lavoratori più “accaniti” del mondo.

Se si guarda alle ultime statistiche, infatti, non siamo noi le pecore nere d’Europa (o del mondo) ma altri. E guarda caso sono proprio i Paesi del Nord, Germania in testa, a lavorare meno. Ma ecco alcuni dati che vanno, naturalmente, filtrati e considerati come un riferimento che tiene conto del numero di occupati (a tempo e non)  e del monte ore annuo a disposizione.

Il Messico è in assoluto il Paese dove il lavoro prende buona parte della giornata di chi ha la fortuna di averlo, con 2.255 ore annue secondo il sito dell’Ocse. In area Euro, prima di noi, ci sono Irlanda, Grecia e Portogallo, quasi a confermare la tendenza secondo la quale le nazioni che più di altre hanno sofferto la crisi e i tagli sono anche quelle dove le ore lavorate sono ai massimi. Le nostre 1.730 ore rappresentano – in assoluto – uno dei livelli più alti nel Continente, considerando che inclusi festivi e ferie ogni italiano lavora mediamente quasi 5 ore al giorno.

Per trovare invece chi guadagna di più lavorando meno – grazie ad un sistema Paese migliore – occorre alzare lo sguardo verso il Nord Europa. Ad esempio la Germania è ultima in classifica tra tutti i Paesi considerati dall’Ocse con 1.363 ore annue, che corrispondono a 3,7 ore al giorno di media nei dodici mesi. Questo grazie alla quasi piena occupazione. Allo stesso tempo i francesi riescono a fare un po’ meglio con 1.472 ore, mentre la Gran Bretagna fa uno sforzo aggiuntivo agguantando le 1.676 ore. Ma sono sempre 54 ore in meno (o dieci giorni di riposo aggiuntivo), rispetto all’Italia che detiene però il record di disoccupati e quello del minore potere di acquisto a parità di stipendi.