La debolezza di Angela Merkel aiuta Conte

Ci sono un orologio che scandisce ore pesanti e un’agenda pienissima sul tavolo di Angela Merkel. Nella casella di lunedì c’è il bilaterale con Giuseppe Conte. Nei giorni successivi sono previsti colloqui con Emmanuel Macron e Jean-Claude Juncker, ma altro è già in cantiere. Un intenso lavoro diplomatico per risolvere un grande problema europeo che sta diventando un enorme problema interno: quello dell’immigrazione.

La cancelliera tedesca ne ha incontrati diversi di presidenti del Consiglio italiani nei suoi quattro mandati. Per la prima volta però Merkel arriva indebolita – leader sempre forte, ma in una coalizione fragile – perché fiaccata da una complicatissima coabitazione con uno degli azionisti di minoranza del suo Governo: il ministro dell’Interno, Horst Seehofer. Il bavarese della Csu – in questa fase a tutti gli effetti alter ego tedesco di Matteo Salvini – preme per la linea dura sui migranti, basata sull’aumento dei respingimenti. Il suo piano è pronto ed è sostenuto dal consenso popolare, come dimostrano i recenti sondaggi tanto in Germania, quanto in Italia. Merkel ha l’occasione di capire se può contare sul moderato Conte, per costruire la sua strategia di azione. Sa bene che uno strappo ulteriore dell’Italia sul fronte dei migranti – dopo l’impuntatura sulla nave Aquarius – rischia di avere ripercussioni anche a Berlino.

Le ricostruzioni della stampa tedesca vedono la Grosse Koalition a un passo dallo sfaldamento. Secondo la Bild, Seehofer è prossimo ad annunciare l’ultima apertura di credito di due settimane alla Merkel, un ultimatum che scadrebbe proprio alla prova del Consiglio europeo di fine giugno. “Non posso più lavorare con questa donna!” è lo sfogo riportato invece da Welt am Sonntag. Ricostruzioni smentite da Berlino, ma realistiche se confrontate con le più recenti dichiarazioni e azioni. In ultimo, Seehofer ha deciso la nomina di un fedelissimo, Hans-Eckard Sommer, alla guida del Bamf, l’agenzia federale per l’immigrazione che gestisce le richieste d’asilo per conto del ministero dell’Interno, dopo aver licenziato Jutta Cordt, accusata di aver impropriamente accettato oltre 1.200 richieste di asilo in Germania.

Merkel si sta attivando per trovare sponde negli elementi più moderati – da Macron a Conte, fino a Juncker – e contenere Seehofer, Salvini e gli elementi più muscolari in Europa. Sempre la Bild riferiva l’intenzione della cancelliera di convocare un “vertice speciale” con alcuni partner (Italia, Grecia, Austria) prima del Consiglio europeo. Una convocazione smentita dal suo portavoce, che invece è confermata all’HuffPost da fonti della Farnesina: “Ci si sta lavorando – confida la fonte – ma occorre fare in modo che non sia visto dagli altri partner europei come una forzatura tale da pregiudicare l’esito del Consiglio europeo del 28 giugno”.

Di certo, è la sensazione diffusa nella nostra diplomazia, il recente meeting di Parigi tra il premier italiano e il presidente francese ha rappresentato un momento di svolta, in un duplice senso: perché ha accresciuto il peso politico personale di Conte presso le cancellerie europee e perché la proposta italiana di hotspot europei nei Paesi di origine è diventata materia sul tavolo di Bruxelles. E in tempi ravvicinati.

Al vertice con Conte, Merkel non farà solo – come Macron – una grande apertura di credito personale a Giuseppe Conte. Non si limiterà a ribadire che l’Europa ha lasciato sola l’Italia sul fronte migranti, ma andrà oltre su due punti sostanziali: il rifinanziamento del Fondo Ue per l’Africa e il sostegno attivo di Berlino alla proposta italo-francese di creazione gli hotspot europei in Africa. “La Germania ha fatto molti errori con l’Italia” è il messaggio che il ministro degli Esteri Heiko Maas ha consegnato a Roma tramite il Corriere della Sera.

Dopo Conte, Merkel vedrà martedì Macron e Juncker. L’occasione è un incontro del Consiglio franco-tedesco. I piani iniziali prevedevano la stesura di una roadmap franco-tedesca per la riforma della zona euro, da portare sul tavolo al summit di Bruxelles, ma è probabile che a risultare dominante alla fine sia il tema immigrazione. L’impasse della nave Aquarius che vaga per 9 giorni per il mar Mediterraneo, sbloccato dall’intervento spagnolo, sta lì a dimostrare l’urgenza di un intervento risoluto.

Questa serie di confronti, nelle intenzioni dei leader, dovrebbe ridurre le distanze e portare a una sintesi utile per il Consiglio europeo di Bruxelles: l’espressione “soluzione europea” deve però trovare una concreta realizzazione che soddisfi le diverse esigenze nazionali. Anche perché la strategia dei leader moderati deve fare i conti con l’emergere prepotente delle posizioni più radicali e da quell’asse dei volenterosi che da Roma (Salvini) viaggia verso Vienna (Kurz), raggiunge Berlino (Seehofer). L’aria di crisi che si respira a Berlino complica la posizione della cancelliera Merkel e aiuta il compito nel bilaterale di Giuseppe Conte.