La “pizza” di Cracco indigesta a Napoli

A Napoli la margherita è Dop e patrimonio immateriale Unesco. Vale quanto San Gennaro. Preziosa quanto il tesoro del Patrono. Non poteva quindi passare inosservata la «variazione sul tema» offerta a 16 euro dallo chef stellato (una sola nella guida Michelin 2018) Carlo Cracco. Nel suo ristorante in Galleria Vittorio Emanuele a Milano ha lanciato una margherita dall’aspetto esotico ma made in Italy. L’impasto della pizza venduta al bistrot a 16 euro è di cereali combinati alla farina per renderla croccante all’esterno e la salsa adagiata su fette più robuste di bufala disposte come petali. Sui social napoletani è delirio e rivolta. Apre le danze lo scrittore Angelo Forgione, dell’associazione Cittadinanza attiva che affianca una foto della creazione di Cracco a una margherita tradizionale, titolando il post: «La pizza craccata». Altri informano che la hanno assaggiata «e assicurano che è buona anche se ci tengono a dare un consiglio spassionato allo chef: scenda dalle stelle e venga tra i vicoli di Napoli, non dai pizzaioli star, ma tra quelli che preparano pizze a due euro». E proprio tra i pizzaioli star c’è chi difende l’opera di Cracco. Si tratta di Gino Sorbillo, che di recente ha aperto un «forno» a New York con Bill de Blasio come ospite. In fondo, dice, è uno snack, e posta: «Ragazzi, a me l’interpretazione di Carlo Cracco è piaciuta. Non è napoletana, è la sua pizza e basta»