L’attacco del Der Spiegel: «Italia scroccona, colpa di Draghi»

Il settimanale tedesco Der Spiegel torna a occuparsi dell’Italia e nella sua edizione online — in un editoriale a firma di Jan Fleischhauer — accusa il nostro Paese di voler «scroccare» dal resto dei partner dell’Unione europea. Non si tratta di una nazione povera, chiarisce il giornalista nel commento al piano del futuro governo gialloverde, targato Movimento 5 stelle e Lega, e poi attacca: «Come si dovrebbe definire il comportamento di un Paese che prima chiede qualcosa per lasciarsi finanziare il suo proverbiale “dolce far niente”, e poi minaccia coloro che dovrebbero pagare se questi insistono sul regolamento dei debiti? Chiedere l’elemosina sarebbe un concetto sbagliato. I mendicanti almeno dicono grazie, quando gli si dà qualcosa». Arrivando a definire come «scroccona aggressiva» la condotta della nazione. Stando alle prime stime degli economisti, le politiche portate avanti in Italia avrebbero un costo compreso tra 100 e 125 miliardi di euro all’anno: «In effetti si procede verso il ricatto», continua Spiegel, affermando che in confronto la situazione della Grecia è «una bazzecola». «Draghi svalutava i loro risparmi»

L’Italia è la terza economia dell’Unione, con un quarto del debito totale: «Se gli italiani decidessero di non rispettare più i loro obblighi di pagamento, l’euro sarebbe finito e i tedeschi rimetterebbero tutti i soldi che hanno già versato per salvare la moneta unica, paventa il settimanale». I tedeschi, continua, dovrebbero ricordarlo al presidente della Banca centrale europea Mario Draghi che «ridicolizzava i loro timori mentre svalutava le loro assicurazioni sulla vita e i loro risparmi». Il «a qualunque costo» pronunciato da Draghi per salvare l’euro «faceva riferimento a Roma i cui titoli di Stato, per un valore di 390 miliardi di euro, sono ora in mano della Bce che salva il governo italiano dall’insolvenza». L’editoriale conclude definendo l’evasione uno «sport nazionale italiano» e definisce «indecente imporre i costi delle decisioni politiche a persone che hanno un’idea molto diversa della politica». Infine, ipotizza sarcasticamente che il voto italiano che ha premiato le forze populiste sia un esercizio di politica post-nazionale: «Nessun Paese che disponga di mezzi propri chiederebbe aiuto ad altri se in grado di aiutarsi da sola. Chi vorrebbe essere definito uno scroccone? Gli Italiani, a quanto pare, hanno superato questa forma di orgoglio nazionale». Faz: «Mamma mia»

Il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, è come Arlecchino nella commedia di Carlo Goldoni «Il Servitore di due padroni», secondo l’ Economist, uscito oggi nelle edicole europee, con un’irriverente vignetta che ritrae Conte con gli abiti di Arlecchino tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini che discutono. Il settimanale britannico sottolinea che quello che sta per nascere in Italia è «il primo governo tutto populista dell’Europa occidentale». «In molti altri paesi, Conte sarebbe politicamente un uomo morto che cammina» a causa delle controversie sul suo curriculum gonfiato. «Invece in Italia, il 23 maggio, gli è stato chiesto di formare il prossimo governo», si legge nell’analisi. Il settimanale britannico mette in dubbio la capacità del presidente del Consiglio incaricato di agire in autonomia. «Conte sarà il quinto primo ministro non eletto di seguito in Italia. Non ha esperienza politica. Eppure, se otterrà la fiducia del parlamento, diventerà presto l’uomo che negozierà per il suo Paese al Consiglio europeo». Un’Ape-car con i colori della bandiera italiana, che si lancia già da un burrone, con il guidatore che fa il gesto dell’ombrello, e il titolo «Mamma mia!» è invece l’immagine scelta dal settimanale della Frankfurter Allgemeine. «L’Italia è la principale fonte di preoccupazione dell’Europa», scrive il giornale tedesco. Ancora più forte la vignetta della Suddeutsche Zeitung, che immagina l’Italia come un malato nelle mani dei dottori Peste e Colera Un paziente italiano in un letto di ospedale, curato dal «Dottor Peste» Luigi Di Maio e dal «Dottor Colera» Matteo Salvini è la vignetta pubblicata dal quotidiano tedesco. «I medici Luigi di Maio e Matteo Salvini» è la didascalia che accompagna la vignetta di Pepsch Gottscheber.