Lavatrici, case e tv: l’Italia compra a rate

Un leasing per acquistare la macchina, un mutuo per la casa che copre il 90% del valore dell’immobile, una televisione comprata a rate. E strumenti da maneggiare con cautela come le carte revolving, carte di credito che consentono di effettuare acquisti senza considerare i fondi realmente disponibili sul conto corrente, ripagando il proprio debito poco per volta. Fino a pochi anni fa erano opzioni sconosciute per gli italiani, legati alla loro tradizione di solidi e attenti risparmiatori. Adesso, però, la crisi ha cambiato tutto: i redditi si abbassano ma non si rinuncia a consumare. Così, anche l’Italia è diventata un paese che vive a rate. Comprare attraverso forme di indebitamento è ormai la normalità. Ma, purtroppo, sono diventate normali anche tutte quelle situazioni di difficoltà che si riassumono in una parola: sovraindebitamento.Due numeri fotografano bene l’Italia di questi mesi. Secondo la mappa del credito realizzata da Crif, società che gestisce il principale sistema di informazioni sui finanziamenti del nostro paese, il 35,4% della popolazione italiana è indebitato e deve farsi carico di una media di 356 euro di rate ogni mese per fare fronte ai suoi debiti: rispetto all’anno scorso l’incremento è del 4,1 per cento. Questi debiti sono sempre più legati al credito al consumo piuttosto che ai mutui per la casa: solo un’operazione su cinque, ormai, riguarda le abitazioni. Segno di un cambio radicale di prospettiva per le famiglie italiane. L’esposizione verso banche e finanziarie per i pagamenti a rate di televisioni, cellulari, mobili, auto, computer, elettrodomestici nel 2016 ha toccato i 107,7 miliardi di euro (considerando mutui, prestiti finalizzati e personali). È un livello altissimo, se consideriamo che soltanto nel 2004 eravamo fermi a quota 57 miliardi. E spesso i debiti vengono utilizzati per ripagare altri debiti, in una spirale che non si chiude mai. Magari facendo ricorso alla cessione del quinto dello stipendio, sempre più utilizzata da chi ha bisogno di denaro.

Un leasing per acquistare la macchina, un mutuo per la casa che copre il 90% del valore dell’immobile, una televisione comprata a rate. E strumenti da maneggiare con cautela come le carte revolving, carte di credito che consentono di effettuare acquisti senza considerare i fondi realmente disponibili sul conto corrente, ripagando il proprio debito poco per volta. Fino a pochi anni fa erano opzioni sconosciute per gli italiani, legati alla loro tradizione di solidi e attenti risparmiatori. Adesso, però, la crisi ha cambiato tutto: i redditi si abbassano ma non si rinuncia a consumare. Così, anche l’Italia è diventata un paese che vive a rate. Comprare attraverso forme di indebitamento è ormai la normalità. Ma, purtroppo, sono diventate normali anche tutte quelle situazioni di difficoltà che si riassumono in una parola: sovraindebitamento.

Due numeri fotografano bene l’Italia di questi mesi. Secondo la mappa del credito realizzata da Crif, società che gestisce il principale sistema di informazioni sui finanziamenti del nostro paese, il 35,4% della popolazione italiana è indebitato e deve farsi carico di una media di 356 euro di rate ogni mese per fare fronte ai suoi debiti: rispetto all’anno scorso l’incremento è del 4,1 per cento. Questi debiti sono sempre più legati al credito al consumo piuttosto che ai mutui per la casa: solo un’operazione su cinque, ormai, riguarda le abitazioni. Segno di un cambio radicale di prospettiva per le famiglie italiane. L’esposizione verso banche e finanziarie per i pagamenti a rate di televisioni, cellulari, mobili, auto, computer, elettrodomestici nel 2016 ha toccato i 107,7 miliardi di euro (considerando mutui, prestiti finalizzati e personali). È un livello altissimo, se consideriamo che soltanto nel 2004 eravamo fermi a quota 57 miliardi. E spesso i debiti vengono utilizzati per ripagare altri debiti, in una spirale che non si chiude mai. Magari facendo ricorso alla cessione del quinto dello stipendio, sempre più utilizzata da chi ha bisogno di denaro.