L’esilio dell’ex Inter Hakan Sukur: “Vendo caffè in California”

Protagonista con la maglia del Galatasaray e con quella della Turchia tra gli anni ’90 e gli inizi del 2000, Hakan Sukur ha vissuto una svolta inaspettata nella sua vita dopo l’addio al calcio giocato.

Nel 2011 si buttò in politica con il partito di Erdogan e sfruttò il suo nome per arrivare sino in Parlamento. Ma quando l’attuale presidente turco iniziò la guerra contro Gulen, di cui Sukur era seguace, iniziarono i problemi per l’ex Inter.

“Da quel momento qualsiasi attività facessi, subentravano problemi amministrativi e rogne di ogni genere”, ha raccontato Sukur in un’intervista al ‘New York Times’. Una situazione che lo ha costretto all’esilio negli Stati Uniti, in seguito a un mandato d’arresto emesso da Erdogan nei suoi confronti.

Dal 2015 Hakan Sukur ha iniziato una nuova vita, avviando la gestione del Tuts Bakery and Cafe a Palo Alto, in California: “Potevo fare una bella vita – ha ammesso – , se avessi detto quello che volevano loro sarei diventato ministro. Invece vendo caffè, ma almeno non ho perso tutto il rispetto che ho di me stesso”.

Sukur si è trovato con i conti in banca, le case e tutti i beni sequestrasti dal regime. Ma almeno oggi è un uomo libero: “Quando le cose in Turchia sono iniziate ad andare peggio, abbiamo pensato fosse il momento giusto. Bel tempo, bella vita. E poi voglio che i miei figli siano liberi, che siano persone indipendenti”.

Nel frattempo è tornato anche a giocare con una squadra locale e il suo obiettivo è quello di costruire un centro sportivo: “Non è facile però, la gente ha paura a farsi vedere con me”.