Lo storico accordo tra le due Coree, spiegato in concreto

La Corea del Nord e la Corea del Sud si sono accordate per raggiungere la pace permanente e la “completa denuclearizzazione”, avvalendosi del sostegno della comunità internazionale. Sono gli esiti principali del terzo summit inter-coreano, il primo tenersi in territorio sud-coreano, al villaggio di confine di Panmunjom, dove nel 1953 era stato firmato l’armistizio che ha posto fine alle ostilità della guerra di Corea e al quale non è, finora, mai seguito un trattato di pace. “I due leader hanno solennemente dichiarato di fronte a 80 milioni di persone della nostra nazione e al mondo intero, che non ci sarà più guerra nella penisola coreana e che una nuova era di pace è cominciata”, si legge sul comunicato congiunto finale del summit inter-coreano di oggi.

Dal 1 maggio prossimo “cesseranno tutti gli atti ostili in ogni campo”, si legge nel summit, compreso l’uso di altoparlanti che rimandano messaggi di propaganda e il lancio di volantini. Pyongyang e Seul si impegnano anche a tenere summit trilaterali con gli Stati Uniti, o quadrilateri, con Stati Uniti e Cina, “con l’obiettivo di dichiarare la fine della guerra e stabilire un permanente e solido regime di pace”. Il passaggio più atteso era, però, quello sulla denuclearizzazione. Corea del Nord e Corea del Sud “hanno confermato l’obiettivo comune di realizzare, attraverso la completa denuclearizzazione, una penisola coreana libera dal nucleare”. Le misure iniziate dalla Corea del Nord sono “piene di significato e cruciali per la denuclearizzazione della penisola coreana”. Seul e Pyongyang “si sono accordate per cercare attivamente il sostegno della comunità internazionale per la denuclearizzazione della penisola coreana”.

“Un regalo al mondo”

La pace e la denuclearizzazione della penisola coreana sono state discusse nel corso dei colloqui mattutini del summit di oggi, cominciato con la storica stretta di mano tra Moon Jae-in e Kim Jong-un alla linea di demarcazione militare tra le due Coree. “Una nuova storia comincia ora – dal punto di partenza della storia e dell’era di pace”, è stato il messaggio lasciato dal leader nord-coreano sul registro degli ospiti della Peace House, rinnovata per l’occasione, dove si sono tenuti i colloqui del summit di oggi. “Il peso sulle nostre spalle è pesante”, ha dichiarato Moon, ma la pace tra le due Coree è “un regalo al mondo”, come l’ha definita Moon Jae-in, prima che le porte della Peace House si chiudessero per dare il via ai colloqui ufficiali del mattino durati circa cento minuti. I segnali di riconciliazione si sono visti anche nel corso del pomeriggio, quando Moon e Kim hanno piantato assieme un pino, usando terra e acqua proveniente da entrambe le Coree, prima di intraprendere colloqui privati, seduti su una panchina, al termine di un pontile dipinto di azzurro, la tonalità di colore della mappa della penisola che compare sulla bandiera dell’unificazione coreana.

In autunno Moon visiterà Pyongyang

I colloqui del pomeriggi, più brevi di quelli del mattino hanno fissato gli ultimi dettagli prima della firma del comunicato finale con il quale i leader delle due Coree si impegnavano alla denuclearizzazione e alla pace permanente. “Siamo fratelli con lo stesso sangue”, ha dichiarato Kim Jong-un, nel discorso al termine del summit, e “non ripeteremo gli errori del passato”. Seul e Pyongyang devono lavorare assieme, ha aggiunto. “Quando abbiamo un forte impegno possiamo aprire una porta chiusa”, ha detto Kim, augurando prosperità reciproca alle due Coree. “Ci potrebbero essere difficoltà, perché senza sofferenza non c’è successo”, ha infine concluso il leader nord-coreano, che non ha fatto cenno la denuclearizzazione nel suo discorso. “Non ci sarà più la guerra”, ha invece dichiarato Moon Jae-in, primo a parlare dei due.

Il rapporto tra le due Coree sarà rinsaldato anche dalla visita che nell’autunno prossimo Moon farà a Pyongyang, e che è menzionata anche nel comunicato finale del summit. Corea del Nord e Corea del Sud si sono accordate anche per stabilire un ufficio di collegamento congiunto nel distretto industriale inter-coreano di Kaesong, dal quale lo stesso Kim ha dichiarato di essere passato nella mattina di oggi, sulla strada per arrivare a Panmunjom.

Donald J. Trump

Al termine del summit, ma prima della cerimonia di chiusura, è arrivato anche il messaggio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’accordo tra Corea del Sud e Corea del Nord sarebbe stato “un processo più lungo  e più duro” da raggiungere, senza l’aiuto del  presidente cinese, Xi Jinping, che definisce “amico” in un tweet. Sempre su Twitter, Trump si è rallegrato dell’esito del summit di oggi, anche se ha dichiarato che “solo il tempo dirà” come stanno andando le cose nella penisola coreana.

Please do not forget the great help that my good friend, President Xi of China, has given to the United States, particularly at the Border of North Korea. Without him it would have been a much longer, tougher, process!

Il presidente Usa dovrebbe avere un summit con il presidente sud-coreano il mese prossimo, in vista del lungamente anticipato incontro con Kim Jong-un, per il quale non sono ancora stati fissati una data né un luogo. Gli Stati Uniti, ha aggiunto Trump in un altro tweet, “e il loro grande popolo, dovrebbero essere molto orgogliosi di quello che sta prendendo piede in Corea”, in un messaggio in cui sembra prendersi parte del merito dell’accordo scaturito oggi con la “dichiarazione di Panmunjom” che porrà fine alla guerra di Corea, a quasi 65 anni dall’armistizio che sempre a Panmunjom venne firmato.