Londra, ergastolo per il reclutatore di bambini dell’Isis

Condannato all’ergastolo. E’ questa la sentenza definitiva per Umar Haque accusato di aver tentato di reclutare oltre 100 ragazzini con l’obiettivo di impiegarli in attacchi dell’Isis su suolo britannico. Studenti che i reclutatori tentano di trasformare in leoncini del Califfato.
Per convincerli ad agire e a immolarsi per il jihad, Haque, 25 anni, mostrava ai suoi «alunni» video di decapitazioni, li terrorizzava e tentava di insegnare loro l’uso delle armi. Il predicatore, che in realtà non ha alcuna qualificazione didattica, è stato riconosciuto colpevole d’aver tentato di fare il lavaggio del cervello a circa 110 scolari, incontrati nelle aule della Lantern of Knowledge school un istituto privato con rette da 3000 sterline annue, o alla moschea di Ripple Road, entrambe nell’est di Londra. E tra i capi di imputazione c’è anche di aver tentato di organizzare attacchi terroristici. «Il suo piano era di creare un esercito di bambini», ha dichiarato alla stampa Dean Haydon, il capo dell’anti terrorismo di Scotland Yard. Che ha aggiunto: «Cercava di prepararli al martirio rendendoli protagonisti di attacchi sul territorio britannico contro agenti di polizia».

Non solo indottrinamento, dunque. Ma un vero e proprio reclutamento per usare i bambini nel Jihad, la guerra santa. Haque era stato impiegato dal Lantern of Lantern of Knowledge (letteralmente Lampada della Conoscenza) dal settembre 2015 al settembre 2016, come amministratore ma evidentemente aveva anche libero accesso agli studenti. La vicenda ha innescato intanto polemiche sull’Ofsted, l’ispettorato britannico delle scuole, che dopo le sue verifiche annuali aveva promosso la Lantern of Knowledge con la valutazione più alta: «oustanding», ossia eccellente. Haque è stato fermato nell’aprile 2016 all’aeroporto di Heathrow mentre si imbarcava su un volo per la Turchia. Il mese seguente gli è stato revocato il passaporto e la polizia ha iniziato a investigare su di lui, scoprendo i suoi piani di attacco.
«Vediamo come il fenomeno dell’addestramento di bambini soldato stia aumentando anche in Europa e non riguardi solo il campo di battaglia in Medio Oriente», spiega Lorenzo Vidino esperto di anti terrorismo dell’Ispi. In realtà Vidino sottolinea come già Al Qaeda utilizzasse le madrase, le scuole coraniche, per reclutare anche i più piccoli. Una tattica usata anche in Italia, dove a Ponte Felcino, frazione di Perugia, nel 2007 è stata smantellata una cellula terroristica gravitante attorno alla moschea locale, “Al Nour”. Il gruppo aveva infatti approntato una sorta di “scuola di terrorismo”, per formare militanti jihadisti, in grado di operare singolarmente o in seno a una cellula. Un secondo precedente, la cellula di Merano e Bolzano, smantellata nel novembre del 2015. «Si trattava di un importante nodo appartenente a una ben più vasta rete transazionale, denominata “Rawti Shax” e facente capo al leader jihadista curdo Najmaddin Faraj Ahmad (alias Mullah Krekar) – fondatore del gruppo islamista radicale Ansar al-Islam, e attualmente detenuto in Norvegia. Le operazioni antiterrorismo non si sono limitate al cluster altoatesino in Italia, ma hanno anche investito numerosi altri Paesi europei, tra cui la Norvegia, il Regno Unito e la Finlandia. 17 individui sono risultati destinatari di un mandato di arresto, 7 dei quali in Italia, per l’appunto in Alto Adige», conclude Vidino.
Come dire, insomma che il problema del reclutamento di bambini per il jihad è diventato a tutti gli effetti un problema europeo.