Manovra finanziaria, chi pagherà le conseguenze?

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Una manovra per il popolo che sarà pagata dal popolo? In questi giorni si moltiplicano le disamine della flat tax e degli altri provvedimenti “per la gente” in manovra, dei costi che comporteranno e soprattutto da chi verranno sostenuti.

Flat tax, un incentivo al precariato?

Secondo il Sole 24 Ore, ad esempio, la flat tax – inizialmente concepita come tassa ad aliquota fissa e poi modificata come multi scaglione – potrebbe portare ad un peso superiore sulle spalle dei precari. La bozza della manovra 2019 prevede infatti l’aliquota al 15% per professionisti, artigiani e commercianti con ricavi fino a 65 mila euro. Tra i possibili beneficiari ci sono oltre un milione di partite Iva, il che, secondo il quotidiano economico, potrebbe essere un ulteriore incentivo per le imprese a non assumere, ma a reclutare professionisti autonomi. Agevolando, di fatto, il precariato. Dato che andrebbe ad aggiungersi alle ultime rilevazioni Istat, che vedono nei 12 mesi tra agosto 2017 e lo stesso mese del 2018 una nuova discesa dei dipendenti a tempo indeterminato, calati di 49mila unità, contro un aumento di quelli a termine (+351mila, il+12,6%) e indipendenti (+11mila, lo 0,2% in più).

Reddito di cittadinanza o bonus acquisti?

Non solo, ma anche il reddito di cittadinanza a conti fatti potrebbe risultare un incentivo alle imprese, più che una misura contro la povertà. La tesi del quotidiano economico è infatti che l’assegno da 780 euro mensili che costituisce il contributo, spendibile nell’acquisto di beni di prima necessità e subordinato all’iscrizione a un centro per l’impiego e all’accettazione di almeno una delle tre proposte che dovrebbero arrivare nell’arco di 24 mesi, si traduce in una formula troppo simile a un “buono acquisti”, quindi a un sussidio, più che a una politica di creazione del lavoro. Inoltre il governo ha fatto trapelare la possibile modifica della misura per introdurre un incentivo a favore delle aziende: assumendo un avente diritto all’assegno, sarebbe l’impresa e non il lavoratore ad incassarlo.

Quota 100, peserà sui giovani?

Quanto alla modifica della legge Fornero, prevista dalla manovra, di recente il presidente Inps Tito Boeri ha espresso tutte le sue perplessità in merito al fatto che la cosiddetta quota 100 possa finire per ricadere sulle giovani generazioni senza necessariamente creare nuovi posti di lavoro per loro.

Spread e mutui

Infine, conclude il quotidiano economico, l’ottovolante di dichiarazioni governative crea turbolenze nei mercati e nello spread che, se pure non si può dire abbiano effetti diretti sull’economia e sui costi dei servizi bancari, pure potrebbero alla lunga creare problemi di costo ai finanziamenti delle banche, le quali necessariamente li scaricherebbero sui propri clienti sotto forma di minori benefici e maggiori costi sui tassi di mutui e finanziamenti.