Migranti, ex prefetto di Padova intercettato: “Ne abbiamo fatte di porcherie…”

Tutto nasce da un articolo del Mattino di Padova che travolge il sistema dell”accoglienza dei migranti in Veneto e porta nella bufera gli ex funzionari della prefettura padovana.

Secondo quanto riporta il quotidiano locale, i carabinieri dell”Arma avrebbero intercettato le telefonate tra l”ex prefetto di Padova, Patrizia Impresa, e il vice prefetto vicario, Pasquale Aversa, delegato per la gestione della spinosa questione immigrazione.

Come noto, sono le prefetture in Italia ad emettere i bandi per i centri di accoglienza straordinaria (Cas), strutture spesso finite nel mirino degli investigatori (e non solo) per sprechi e disservizi.

Il 14 aprile 2017, secondo quanto scrive il Mattino, i Carabinieri avrebbero intercettato Impresa: “È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare”, avrebbe detto a chi la ascoltava dall”altra parte del telefono, il vice prefetto Aversa, che gli avrebbe risposto: “Esatto”.

La Impresa da tre mesi è stata chiamata come vice capo di Gabinetto al ministero dell”Interno e dal luglio scorso è prefetto di Bologna. Mentre Aversa è stato nominato commissario straordinario al Comune di Gioia Tauro.

Il colloquio sarebbe contenuto all”interno di 437 pagine di informativa scritta dai Carabinieri nell”ambito dell”inchiesta coordinata dal pm Federica Baccaglini. Le indagini riguardano le assegnazioni dei fondi per l”accoglienza, in particolare in riferimento alla cooperativa Ecofficina Educational, poi diventata Edeco. Gli indagati, scrive il Mattino, sarebbero i “capi di Ecofficina” e due funzionari della prefettura di Padova. Patrizia Impresa non risulta indagata.

Il Viminale intanto tiene “sotto la lente d’ingrandimento” il caso. “La vicenda – spiega all’Adnkronos una fonte di peso del Viminale – deve sicuramente essere approfondita dalla magistratura e anche dal Ministero dell’Interno. Alla luce di quanto sta emergendo stiamo tenendo la questione sotto la lente d’ingrandimento”.

Immediato è arrivato anche il commento di Salvini. “Il governo di centrosinistra negava l’emergenza sbarchi, ma poi scaricava il problema sui prefetti e li costringeva a spostare i clandestini da un Comune all’altro – come nel gioco delle tre carte – per non irritare sindaci del Pd, ministri in visita o presidenti Anci del Pd. È il quadro vergognoso che emerge dall’inchiesta di Padova”, ha commentato il ministro dell’Interno, aggiungendo: “Io, invece, voglio bloccare gli sbarchi e mi prendo tutte le responsabilità delle mie scelte. Se qualche funzionario ha sbagliato è giusto che paghi. Ma chi sono i mandanti politici di tutto questo?”.