In particolare, il figlio più grande, quando «prende l’autobus per andare agli allenamenti di calcio – racconta Gabriella Nobile – da circa un paio di mesi mi racconta di insulti che è costretto a subire: «Sporco n…», «N… di mer…», «Torna a casa tua», “Venite qui a rubare e ammazzare le nostre donne». La figlia, invece, «prima di andare a letto mi chiede “ma se vince quello che parla male di noi mi rimandano in Africa?”, e piange disperata», prosegue la madre, riferendosi al leader del Carroccio del quale la donna contesta lo slogan lanciato per le elezioni del 4 marzo. «In “prima gli italiani” – spiega – c’è tutta l’ignoranza di colui che non ha ancora capito che l’italiano è colui che ama l’Italia, non chi ci è nato. Come io sono mamma perché amo i miei figli, non perché li ho partoriti». E invita il segretario lumbard a fare «la guerra a coloro che ci hanno ridotto al collasso. Benpensanti italici che hanno impoverito di cultura e di valori questo bellissimo Paese facendo guerre contro i poveri, gli immigrati, i gay, i rifugiati». Questo il succo del messaggio.
Tra le migliaia di commenti al post c’è chi la butta sulla sfida politica schierandosi pro o contro, chi punta il dito sui rigurgiti razzisti, chi solidarizza spostando però l’attenzione sul fenomeno del bullismo, chi teme un fake e chi risponde che la Lega vuole respingere clandestini e criminali provenienti da altri Paesi, non certo i bambini. Non mancano gli sfoghi degli hater.
Il post e la mittente risultano comunque autentici. Infatti Gabriella Nobile vive a Milano, ha adottato due bambini quando avevano 2 anni l’uno, pochi mesi l’altra, e, raggiunta telefonicamente, orgogliosamente rivendica: «Parlano un accento smaccatamente milanese entrambi. Sono super-integrati, più di me che vengo dalla Puglia». Ma «negli ultimi mesi – aggiunge – la situazione si sta esasperando. Lo provano anche i numerosi messaggi privati che ho ricevuto da altri genitori o da figli adottati: c’è chi se la prende con loro considerandoli la causa di tutti i problemi italiani». Come nel caso di Angelo, papà di un bimbo del Burundi che le scrive di vivere «giorni di inquietudine per il razzismo montante. Ma i nostri figli sono tosti e forti. Per quanto feriti stanno sviluppando gli anticorpi».
In merito all’appello a Salvini, Gabriella Nobile precisa di non avere voluto dare «indicazioni di voto o fare politica. Mi sono rivolta a lui perché ritengo che certe posizioni della Lega non aiutino in termini di integrazione. Prima Bossi ce l’aveva con i “terroni”. Ora hanno tolto “Nord” dal nome del partito e se la prendono con gli extracomunitari». Invece, secondo la mamma, quando si parla di un argomento così sensibile, «tutto questo urlare non serve a niente. Salvini mi dica cosa raccontare ai miei figli che sono neri e possono incontrare in strada il pazzo che magari se la prende con loro. Che ci sia un’emergenza immigrazione è sotto gli occhi di tutti ma va gestita in modo concreto e umano. Usando le parole giuste».