La partenza e l’arrivo – L’incubo entra nel vivo nel settembre 2013, quando l’uomo, affascinato dalla proposta degli amici e dalla bellezza della giovane Ly, ora 25enne, decide di partire per il Vietnam facendosi accompagnare da un amico. Ma, una volta arrivati, il suo accompagnatore si dilegua, mentre lui viene condotto nel villaggio dove abitano Ly e la sua famiglia. Qui l’uomo è costretto a consegnare passaporto e denaro (circa 3mila euro) poiché “è pericoloso tenerli addosso”. Col tempo, i parenti della giovane iniziano a diventare schivi e confinano il reggiano in una capanna. L’uomo si rende conto di essere in trappola, ma non capisce il perché. Il tutto è molto più chiaro quando la sua amica, nonché zia di Ly, gli telefona dall’Italia annunciandogli le nozze. Spaventato, chiede subito di poter tornare a casa, ma la risposta è ancora più preoccupante: “Tu non vai da nessuna parte, stai qui e se crei problemi nel tuo Paese non tornerai mai”.
Il matrimonio – Il 7 settembre, l’uomo viene costretto a partecipare al suo matrimonio e a firmare documenti in lingua vietnamita. Il 29 dello stesso mese, l’uomo può finalmente tornare a casa, ma non solo: con sua moglie. Una volta rientrato in Italia, gli zii della ragazza lo costringono a recarsi in questura per far ottenere a Ly il permesso di soggiorno.
L’annullamento – Dopo due settimane, la giovane era già sparita. Nel frattempo, il 42enne si era invece rivolto ai suoi avvocati Giovanni Tripaldi e Annalisa Bova per presentare ricorso e ottenere l’annullamento del matrimonio. Obiettivo raggiunto a distanza di cinque anni dalle nozze. “La vicenda è stata particolarmente complessa anche per le difficoltà nel notificare gli atti del giudizio in un villaggio del Vietnam. Sono stati necessari molti tentativi prima di raggiungere l’obiettivo. Alla fine di questa incredibile vicenda, il nostro cliente è riuscito finalmente ad ottenere il suo stato civile libero”, ha spiegato l’avvocato Bova.