Revisione auto, facciamo il punto

Nuove regole europee, ma per adesso è una riforma a metà

Le regole della revisione periodica obbligatoria sono cambiate. L’Italia ha infatti recepito le direttive europee che si pongono diversi obiettivi, come migliorare la sicurezza stradale, far diminuire l’inquinamento, limitare le frodi dei furbetti dello schilometraggio (che abbassano il numero di km di una vettura usata per rivenderla a un prezzo più alto), rendere le officine e gli stessi proprietari dei veicoli più responsabili in materia di revisione dell’auto. Al momento, però, l’Italia non è stata in grado di fare quella rivoluzione auspicata dall’Unione Europea, causa ritardi nella macchina burocratico-amministrativa: nel nostro Paese, per adesso, c’è una riforma a metà.

Occhio alle date

#1. Cosa è stato già fatto. Dal 20 maggio 2018, al termine di ogni verifica, è prevista l’emissione di un tagliando da apporre sul documento di circolazione dove sono annotati mese e anno di scadenza: si tratta dell’attestato di revisione. Intanto, viene aggiornato l’elenco esistente e la classificazione delle possibili carenze e introducono il livello di gravità dell’auto.

#2. Gli ispettori controllano. Ispettori indipendenti controllano la revisione periodica obbligatoria di ogni auto. Sono in corso gli aggiornamenti informatici che permetteranno all’ispettore di selezionare a terminale le voci e la valutazione delle carenze. Successivamente si forniranno istruzioni di dettaglio per uniformare il comportamento degli ispettori. Nel transitorio si continuerà a usare la metodologia corrente. Le procedure, gli impianti e le attrezzature attualmente in uso per le revisioni continuano a essere utilizzate fino all’emanazione di nuove disposizioni da adottarsi non oltre il 20 maggio 2023.

#3. Che cosa verrà fatto. Dal 31 marzo 2019, almeno secondo gli impegni del nostro Paese, verrà rilasciato un certificato di revisione. Questo indica il numero di km dell’auto al momento della revisione, così da arginare il fenomeno dello schilometraggio. Lo dice il decreto dirigenziale del ministero dei Trasporti numero 211 del 18 maggio 2018: “Al fine di integrare detto certificato all’interno del processo securizzato che governa l’emissione del tagliando di revisione firmato digitalmente dal tecnico responsabile, quest’amministrazione ha avviato i necessari approfondimenti per l’implementazione delle procedure informatiche che, a decorrere dal 31 marzo 2019, consentiranno la produzione e la stampa del certificato di revisione contenente gli elementi di cui all’allegato II del decreto In prima applicazione. Fino a nuove disposizioni, restano in vigore le procedure in essere”. Le frodi comunque continueranno, visto che sarà sempre possibile schilometrare la vettura prima della revisione.

Date e multe

La revisione delle auto è periodica (fanno eccezione le vetture storiche, per le quali la revisione è annuale): devono essere sottoposte a revisione per la prima volta nel quarto anno successivo a quello di prima immatricolazione, entro il mese di rilascio della carta di circolazione. Successivamente, ogni 2 anni entro il mese corrispondente a quello in cui è stata effettuata l’ultima revisione. Dove? Presso la Motorizzazione o le officine autorizzate. Per chi sgarra, viaggiando senza revisione in città, multa di 169 euro e annotazione della sospensione dalla circolazione sul libretto. Al che, si può muoversi solo per recarsi presso un’officina o la Motorizzazione per fare la revisione: al di fuori di questi casi, per chi circola con l’auto pur essendo stato sospeso dalla circolazione in attesa dell’esito della revisione, 1.959 euro di multa e fermo amministrativo di 90 giorni. Senza contare la rivalsa assicurativa per chi causa un incidente senza revisione: paga tutti i danni.