«La tecnologia 5G – denunciano in una nota diffusa dall’Associazione Amica – aumenterà sensibilmente l’esposizione ai campi elettromagnetici di radiofrequenza, aggiungendoli a quelli prodotti già dalle tecnologie 2G, 3G, 4G, Wi-Fi e altre. È stato dimostrato che i campi elettromagnetici di radiofrequenza sono dannosi per l’uomo e per l’ambiente».
«Inoltre – precisano gli esperti – è efficace solo per brevi distanze e viene trasmessa scarsamente attraverso ostacoli solidi. Serviranno molte nuove antenne con un’implementazione su larga scala che in pratica si tradurrà in un’installazione di antenne ogni 10-12 case nelle aree urbane, aumentando così in modo massiccio l’esposizione della popolazione ai campi elettromagneti».
«Con l’uso sempre più intensivo delle tecnologie senza fili – proseguono – nessuno potrà evitare di essere esposto perché, a fronte dell’aumento di trasmettitori della tecnologia 5G ci saranno, secondo le stime, da 10 a 20 miliardi di connessioni (frigoriferi, lavatrici, telecamere di sorveglianza, autovetture e autobus autoguidati, ecc.) che faranno parte del cosiddetto ‘Internet delle cosè. Tutto questo – ribadiscono – potrà causare un aumento esponenziale della esposizione totale a lungo termine di tutti i cittadini europei ai campi elettromagnetici da radiofrequenza».
Gli effetti biologici dei campi elettromagnetici, ricordano gli scienziati, includono: aumento del rischio di cancro, dello stress cellulare, dei radicali liberi dannosi, di danni genetici, di cambiamenti strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, di deficit dell’apprendimento e della memoria, di disturbi neurologici e di un impatto negativo sul benessere generale degli esseri umani. I danni vanno ben oltre la razza umana – concludono – poiché vi è una crescente evidenza di effetti nocivi sia sulla flora che sulla fauna.