Come si beve il caffè, le regole del bon ton

Il 1° ottobre si celebra la Giornata Internazionale del Caffè, voluta dall’International Coffee Association nel 2015 anche con il fine di promuovere il commercio equo solidale e aumentare la consapevolezza delle condizioni dei coltivatori di caffè. Il caffè è la bevanda più diffusa nel mondo, dopo l’acqua, e viene consumato in Italia per una quantità in media di circa 5,9 kg pro-capite, seppure il primato vada alla Finlandia che ne consuma quasi il doppio (fonte Comitato Italiano del Caffè).

È di pochi giorni fa la notizia che Lavazza apre a Milano il suo Flagship Store  con spazi dedicati all’arte della tostatura e allo slow-coffee, mentre Julius Meinl lancia “Meet with a poem”, una scuola temporanea, il 1 ottobre appunto, con Guido Catalano e altri poeti in alcuni locali di Milano, Verona, Venezia e Firenze per imparare a dichiararsi e a pronunciare parole mai dette con una poesia e un caffè d’ipirazione. Gli appuntamenti saranno: a Venezia all’Orange Bar, con Guido Catalano dalle 18 alle 19, a Milano al Mint Garden Cafè, con Lorenzo Andrea Paolo Balducci dalle 16 alle 17, a Firenze all’Atelier Via Maggio con Alessandra Racca dalle 16 alle 17, a Verona al Caffe’ Barbarani con Roberto Mercadini dalle 16 alle 17 (scopri anche il video della collaborazione fra Julius Meinl e il calligrafo Luca Barcellona).

Il caffè si compra molto on line e via app. Lo rivela il sito di vendite on line vente-privee, per il quale circa il 35% del carrello enogastronomico dei clienti è costuito da caffè, soprattutto capsule e cialde (40% e 35%), mentre il macinato si attesta attorno al 25%. Tra le vendite nella sezione “Vino e Gastronomia” per esempio c’è il brand Caffè Corsini, un’azienda fondata nel 1950 ad Arezzo che offre oggi una gamma davvero di prodotti.

E visto che il caffè è visto dagli acquirenti sì come una pausa che ricarica mentalmente e fisicamente (38%), ma anche come qualcosa da offrire con piacere ad altre persone per dimostrare la propria ospitalità (36%), vente-privee ha chiesto all’esperta del buon ricevere Csaba dalla Zorza le 6 regole del bon ton da sapere per servire al meglio il caffè e allo chef Giacomo Faberi e al campione di caffetteria Francesco Sanapo di utilizzare Caffè Corsini come ingrediente di alcune ricette creative.

1 Il caffè non si serve a tavola

Il caffè è servito al tavolo solo al ristorante, mentre a casa la tradizione prevedeva che fosse servito in salotto e da una cameriera in caso di incontro formale. Nelle case contemporanee in cui solitamente gli spazi sono limitati, ci si può accomodare su un divano davanti al quale si posiziona un vassoio con tutto l’occorrente: le tazzine, la caffettiera, lo zucchero riposto in una zuccheriera con il relativo cucchiaino, un numero di cucchiaini uguali fra loro e pari alle tazzine ed eventuale latte o panna per accompagnare il tutto.

2 Lo zucchero è aggiunto da chi serve il caffè

È la padrona di casa ad informarsi di quanto zucchero desideri ciascun ospite e a riempire ogni tazzina con il caffè e l’eventuale zucchero. A seguire dovrà porgere la tazzina insieme al cucchiaino all’ospite che si occuperà di mescolare il proprio caffè e appoggiare il cucchiaino sul piattino dove è appoggiata la tazza.

3 E se il caffè non è fatto con la moka?

Se si utilizzano le macchine da caffè allora dovrà essere fatto in cucina e servito in salotto dalla padrona di casa su un vassoio dove saranno disposte poche tazzine alla volta per evitare che si raffreddi. Se le tazzine sono numerose o non si hanno aiuti, un piccolo suggerimento è riscaldare per qualche minuto le tazzine nel forno a 50° C.  La padrona di casa dovrà poi aggiungere l’eventuale zucchero e passare le tazzine ai propri ospiti, seduta in salotto con loro e non restare in piedi.

4 Attenzione al cucchiaino: mai in bocca!

Nel porgere la tazza all’ospite la padrona di casa dovrà mettere il cucchiaino sul piatto dal lato del manico e possibilmente alla destra dell’ospite. Chi lo utilizza per girare lo zucchero lo farà muovendolo nella tazzina senza sbatterlo e senza far rumore, procedendo dall’alto verso il basso e non girandolo velocemente. Il cucchiaino poggerà sul piatto senza metterlo prima in bocca e non lo si userà più, neppure se la schiuma del caffè macchiato è particolarmente invitante o se la tentazione di mangiare lo zucchero rimasto sul fondo è forte.

5 Bere il caffè in modo composto e non sollevare il mignolo

Nel gustare il proprio caffè l’ospite avrà cura di non fare rumore e non rovesciare mai la testa all’indietro per far scendere l’ultima goccia. La tazza, inoltre, si prende sempre con la mano destra dal lato del manico (eccezion fatta per i mancini) con un gesto garbato, avendo cura di non sollevare il mignolo e tenendo il braccio il più vicino al corpo. Per far ciò è bene tenere con la mano sinistra il piattino con sopra il cucchiaino e se il caffè è servito a tavola, il piattino dovrà rimanere sulla tovaglia.

6 Rispettare i tempi e la giusta sequenza

Il caffè sarà servito al termine del pasto, quando gli ospiti si alzano dal tavolo per andare a sedersi in salotto. Una volta terminato si sparecchiano le tazzine usando un vassoio e si servono i liquori secondo le preferenze degli ospiti. Cognac e Sherry sono adatti per un dopo pranzo, mentre Whisky e Armagnac, più forti, sono consigliati per la sera. In un piccolo vassoio d’argento, o comunque prezioso, saranno serviti dei cioccolatini, mentre una caraffa con dell’acqua e dei bicchieri alti, senza stelo, completano ciò che serve per indicare che l’incontro sta volgendo al termine.