Tangenti sanità a Milano, chirurgo inventò un’infezione per operare: “Rischia l’amputazione”

Voleva a tutti i costi effettuare un intervento chirurgico su un suo paziente abbiente per guadagnarci, e per questo si inventò un’infezione inesistente. A ‘denunciare’ la presunta condotta del chirurgo Giorgio Mario Calori è in un’intercettazione un altro dei ‘camici bianchi’ arrestati, Carmine Cucciniello, direttore del reparto di Ortopedia Traumatologia correttiva al Pini-Cto, durante una  conversazione intercorsa il 9 marzo del 2017 all’interno di un’auto con l’imprenditore Tommaso Brenicci.

“Facendo cenno ad avvenimenti che si erano verificati al Pini – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – Cucciniello si lasciava andare a considerazioni gravemente indizianti su Calori, arrivando a etichettarlo più volte quale ‘delinquente vero’, anche per via di alcune scelte mediche condizionate dal crescente bisogno di denaro e dalle contingenti difficoltà finanziarie in cui versava”. In particolare, accennava a “come circa due settimane prima fosse venuto a conoscenza, direttamente dal paziente coinvolto, di un approccio interventista da parte di Calori”.

Cucciniello rivelava che “Calori aveva manifestato la necessità di procedere a un intervento in una clinica di Milano dove operava privatamente, paventando al ricco paziente l’esistenza di una grave infezione in corso che, se non curata immediatamente, avrebbe potuto cagionare il pericolo incombente dell’amputazione di un piede”. Ulteriori accertamenti avrebbero invece dimostrato che “non c’era nessuna infezione perchè la lastra del piede è negativa, la tac pure e la pelle del piede è bella come quella di un bambino”.

Cucciniello raccontava di essere venuto a conoscenza dell’episodio direttamente dal “paziente coinvolto” che gli disse che Calori aveva disposto per lui una “tac urgentissima” per “un’infezione gravissima” che poi invece era stata smentita da un altro medico.