Targa estera, residenza italiana: così non va…

Il fenomeno è evidente, specie nelle grandi città: sempre più spesso capita di incrociare nel traffico vetture con targa straniera, solitamente di un Paese dell’Est appartenente alla Comunità Europea.

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Qualche dubbio è lecito nutrirlo, visto che a girare con vetture con targhe rumene, ungheresi, bulgare o di altri Paesi europei, è più facile evitare di incorrere in sanzioni o controlli fiscali, oltre a godere di tariffe assicurative assolutamente risibili rispetto alle nostre.

E così, anche grazie alla quasi certezza d’impunità dovuta a controlli quasi inesistenti, si moltiplicano i “furbetti“ che pur avendo residenza in Italia guidano auto con targa straniera.

Ma la legge, giustamente, prevede che residenza e targa del veicolo posseduto debbano coincidere, concedendo, come previsto dall’art. 32 comma del Codice della Strada che “autoveicoli, motoveicoli e rimorchi immatricolati in uno Stato estero (…) sono ammessi a circolare in Italia per la durata massima di un anno, in base al certificato di immatricolazione dello Stato di origine”; oltre il limite dei dodici mesi scatta l’obbligo di reimmatricolazione del veicolo, la cui inosservanza può essere punita con sanzioni da 84 a 335 euro.

Per far scattare una multa per mancata reimmatricolazione con targa italiana di un veicolo straniero basta essere trovati al volante dello stesso mezzo per tre volte, in un periodo di tempo superiore ai sei mesi.

Una condizione che trova conferma nella sentenza 265 dello scorso 20 dicembre emessa da un Giudice di Pace di Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, con la quale un automobilista comunitario, stabilmente residente in Italia, si è visto confermare la sanzione inflittagli dai Carabinieri per mancata reimmatricolazione di un’auto rumena intestata alla madre (a sua volta priva di patente di guida, ca va sans dire…), su cui era stato trovato al volante per tre volte nell’arco di dieci anni.

Il giudice, inoltre, non ha ritenuto valida l’obiezione presentata dal conducente che il veicolo aveva superato nel gennaio dello scorso anno la revisione in Romania.

La macchina, una Volkswagen Passat, è stata anche sottoposta a fermo amministrativo per incauto affidamento da parte del proprietario, visto che al momento del controllo il guidatore aveva mostrato una patente rumena che gli uomini dell’Arma hanno identificato come falsa, condizione che ha fatto scattare l’ulteriore provvedimento a suo carico.