Uno studio indaga la nostra predisposizione al perdono

Quando una persona si comporta male, nella maggior parte dei casi siamo disposti a rivalutarla sul piano morale nel momento in cui fa qualcosa di buono. Secondo un recente studio sperimentale – effettuato da un team di ricercatori della Yale University, dell’Università di Oxford e dello University College di Londra – questa provvisorietà del giudizio morale indicherebbe una predisposizione psicologia al perdono.
Per giungere a queste conclusioni, pubblicate su Nature Human Behaviour, gli scienziati hanno chiesto a 1500 volontari di osservare una scena filmata in cui due personaggi erano posti di fronte a un dilemma morale: infliggere o meno una scossa elettrica a un’altra persona in cambio di denaro. I due personaggi avevano comportamenti opposti: il primo, nella maggior parte dei casi, rifiutava il compenso; mentre il secondo tendeva a infliggere la scossa per massimizzare il proprio guadagno. Ai volontari veniva poi chiesto quali impressioni avessero avuto sulla moralità dei due personaggi, e quanto fossero sicuri di queste impressioni.
Dalle risposte fornite è emerso che i volontari si formavano rapidamente impressioni positive e stabili del personaggio ‘buono’ ed erano tendenzialmente sicuri del loro giudizio. Non erano così sicuri, invece, che il personaggio ‘cattivo’ fosse davvero cattivo, ed erano ben disposti a rivalutarlo se occasionalmente si comportava bene.
Questo meccanismo di aggiornamento delle proprie impressioni, secondo i ricercatori, non è casuale, ma riflette una modalità profonda di giudizio morale, che può aiutare a spiegare, per esempio, perché le persone mantengono relazioni personali con soggetti moralmente riprovevoli.
In altre parole, il cervello si forma impressioni sociali con una modalità che permette il perdono: dato che le persone talvolta si comportano male, siamo costretti in qualche modo ad aggiornare le nostre impressioni che potrebbero rivelarsi errate; altrimenti correremmo il rischio d’interrompere prematuramente delle relazioni e perdere i benefici dei rapporti sociali.