Weinstein, indaga la polizia L’Academy: «Ripugnante»

Schiacciato da una valanga di accuse, Harvey Weinstein rompe il silenzio e si dice «devastato»: «Ho perso mia moglie e i miei figli, coloro che amo più di ogni altra cosa» confessa a «Page Six» il produttore accusato di molestie sessuali da uno stuolo di attrici più o meno famose, «appoggio pienamente la decisione di mia moglie, sulla separazione l’ho incoraggiata, so che deve fare quello che è meglio per i bambini, per lei e per il suo lavoro. Spero solo che un giorno possa riconciliarmi con Georgina, anche se in questo momento non so se sia possibile».

Al momento il re dei produttori ha perso la famiglia, la società che porta il suo nome e la reputazione. Al coro di condanne si aggiunge quella durissima dell’Academy, l’istituzione che assegna gli Oscar e che definisce la condotta descritta nelle accuse «ripugnante», annunciando per domani una riunione urgente per «discutere le accuse contro Harvey Weinstein e ogni azione garantita dall’Academy». Quali saranno le misure punitive nei confronti dell’ex re di Hollywood ancora non si sa, ma l’annuncio dei signori dell’Oscar segue i passi fatti della British Academy of Film and Television Arts (Bafta) per sospendere la membership del produttore.

Sullo scandalo pesa anche la svolta giudiziaria: la polizia di New York e quella di Londra, infatti, sono tornate al lavoro per cercare eventuali nuove testimonianze e accuse di abuso sessuale. Non ci sta ad essere coinvolto nei fatti che stanno scuotendo la Mecca del cinema Fabrizio Lombardo: l’ex capo di Miramax Italia smentisce Asia Argento che lo aveva tirato in ballo (a dire dell’attrice sarebbe stato lui ad accompagnarla nella suite di Weinstein a Cannes) e si dice «sorpreso» e «amareggiato» riservandosi di agire legalmente a sua tutela. «Ricordo perfettamente – afferma attraverso il suo legale, Bruno Dalla Ragione – che la signora Asia Argento mi fu presentata proprio dal signor Weinstein a Cannes, che già la conosceva. Non sono al corrente della vita personale del signor Weinstein e della signora Asia Argento i cui rapporti nel corso delle rarissime occasioni in cui li ho visti insieme, negli anni successivi, mi sono sempre apparsi sereni e cordiali».

E mentre le accuse e le smentite si intrecciano, mentre il dipartimento di polizia di New York incoraggia chiunque abbia informazioni sulla vicenda ad andare avanti, il produttore continua a negare vi sia stato alcun incontro o contatto non consensuale. Tuttavia la lista delle sue accusatrici continua a crescere. Si aggiungono ad Ashley Judd, Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow, Asia Argento, tra le altre, anche Lea Seydoux e Cara Delevingne. «Stavamo parlando e all’improvviso mi saltò addosso sul divano», ha raccontato al «Guardian» la diva francese che ha recitato in «Spectre» e oggi sbugiarda chi finge di cadere dalle nuvole nel jet set: «Tutti sapevano chi era Harvey e nessuno ha fatto nulla per decenni». E a proposito di francesi, scendono in campo i vertici del Festival di Cannes, deplorando i comportamenti «imperdonabili» del produttore. La top e attrice Cara Delevingne confessa a sua volta di essere sfuggita al tentativo di Weinstein di attirarla in un incontro sessuale a tre. E Kate Beckinsale rivela che aveva 17 anni quando Weinstein la accolse in accappatoio per un meeting nella sua stanza d’albergo. E non di sole attrici, modelle, collaboratrici è composta la lista: anche una donna che fece un colloquio per un posto da babysitter racconta che il produttore la ricevette in boxer e canottiera.

Un fiume di fango. Dall’Italia commenta le dichiarazioni choc di Asia Argento suo padre Dario: «Per me è molto doloroso parlare di questa storia che coinvolge Asia. Lei non me ne ha mai fatto accenno». Il regista ne ha parlato ai microfoni di Radio Capital: «Il comportamento di Weinstein è sicuramente uno scandalo, ma il mondo del cinema non è tutto così. Chi si è comportato bene non si sente imbarazzato. È lui, Weinstein, che si deve sentire imbarazzato. Del resto è stato abbandonato da tutti. Si tratta di una vicenda molto triste. Non è affatto vero che così fan tutti, così fanno solo gli sporcaccioni». Il «sofà del produttore»? «Purtroppo l’uomo potente ha un ascendente molto forte, ha armi di ricatto. Mira Sorvino, per esempio, siccome non ha voluto cedere agli abusi di Weinstein, è sparita dalle scene. È successo anche a me che attrici mi si siano offerte per fare un film. Ovviamente ho sempre detto no». Altri non hanno avuto lo stesso buon senso. Il vizietto dev’essere diffuso nell’ambiente se ieri anche Ben Affleck, sex symbol da Oscar, ha chiesto scusa per avere molestato sessualmente l’attrice Hilarie Burton durante il programma tv «Total Request Live» nel 2003. Burton lo aveva criticato su Twitter dopo aver letto la sua condanna sul caso Weinstein e lui non ha potuto che ammettere. Insomma, a Hollywood non è il solo Weinstein a tremare. Sul fronte politico, intanto, Hillary Clinton annuncia che devolverà in beneficenza i fondi ricevuti da Weinstein per la campagna elettorale.