Manovra, attesa per la risposta italiana a Bruxelles

E’ attesa per oggi da parte del governo italiano la lettera sulla manovra in risposta all’Ue.  Alle 20 è anche stato convocato un consiglio dei ministri che potrebbe essere preceduto da un vertice con il premier Giuseppe Conte, i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Insomma, è l’ora del redde rationem per la manovra del popolo” attualmente all’esame del parlamento. E l’intenzione del governo è chiaramente quella di tirare diritto di fronte alle pressioni di Bruxelles e soprattutto dei principali paesi dell’euro perché qualcosa cambi nella decisione di superare i limiti di rapporto tra deficit e pil concordati in precedenza e non si raggiunga il 2,4% annunciato. Ma sia Di Maio sia Salvini hanno ribadito che indietro non si torna, e anche Tria ha confermato che sul tapporto deficit e pil al 2,4% non cxi sono margini di trattativa. Fatto sta che le stime di crescita indicate dall’esecutivo nella Nota di aggiornamento al Def sono ritenute eccessivamente “ottimistiche” dall’Ufficio parlamentare del bilancio, e anche da Confindustria. In particolare, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio,  con le pensioni a quota 100, misura particolarmente cara alla Lega ma anche al M5s, l’assegno che si intascherà sarà più leggero tra un minimo del 5% e un massimo del 30-34%. Tesi non sottoscritta dal sottosegretario del ministero del Lavoro, il leghista Claudio Durigon: “Chi uscirà con quota 100 avrà una rata pensionistica basata sugli effettivi anni di contributi e non anche sugli anni non lavorati”. Ma proprio il rischio di intascare una pensione molto più leggera potrebbe convincere molti a rinunciare al pensionamento anticipato. Non è un caso che Giuseppe Pisauro, presidente dell’Ufficio parlamentare del Bilancio, abbia sottolineato come “la platea potenziale di beneficiari dell’anticipo per il 2019 sarebbe di 437.000 contribuenti attivi e quindi se uscissero tutti si registrerebbe un aumento di spesa lorda per 13 miliardi”.  E non appare più semplice la messa a punto dell’altra norma-cardine della legge di bilancio, il reddito di cittadinanza. Dice Stefano Buffagni, sottosegretario della presidenza del consiglio ed esponente del M5S: “E’una misura fondamentale ma deve essere equilibrata”. Insieme all’Upb anche l’Istat, Corte dei Conti e Abi mettono in guardia il governo dal rischio di dover rifare i conti a breve. “Un mutato scenario economico potrebbe influire sui saldi di finanza pubblica in modo marginale per il 2018″, dice l’Istat,”ma in misura più tangibile per gli anni successivi”. Che d’altro canto lo scenario economico si sia deteriorato rispetto alle previsioni di appena qualche tempo fa, lo ha riconosciuto lo stesso ministro dell’Economia Giovanni Tria, che – secondo quanto viene riferito da esponenti di maggioranza – sarebbe stato tentato dal rivedere i dati del Pil incontrando però il muro della Lega e del M5S. La risposta a Bruxelles non è ancora stata messa nero su bianco ma lo sarà obbligatoriamente entro questa  sera,