Ricordando Davide, da Garcia a Baresi: aneddoti e momenti per raccontare Astori

Un anno fa il calcio italiano venne toccato in modo drammatico dalla scomparsa improvvisa di Davide Astori, capitano della Fiorentina venuto a mancare a Udine nella notte che precedeva la sfida tra i viola e i bianconeri. Domani sarà trascorso un anno esatto dalla scomparsa ed è già tempo di ricordare un ragazzo che ha dato tanto alle squadre in cui ha militato, sia come calciatore che a livello umano. 

Il Corriere Fiorentino di oggi condivide una serie di ricordi legati proprio ad Astori, partendo da quello di Franco Baresi. Lo storico centrale del Milan ricorda Astori avendolo conosciuto nella Primavera rossonera:  “Aveva diciassette anni e tanta passione. Al primo contatto mi colpì la sua voglia di arrivare, la determinazione. Ricordo bene il suo carattere: era disponibile, sempre molto attento. Quando parlavo, ascoltava in silenzio. Mi cercava sempre, sapeva che ero stato difensore anche io e quindi mi chiedeva continuamente consigli. Ero felice di questo, mi piace pensare che dentro di sé abbia portato anche qualcosa di mio“.

Rudi Garcia, invece, lo ha conosciuto alla Roma: “Si interessava a tutti gli aspetti del lavoro che facevamo, era diverso dalla maggior parte dei giocatori. Ero convinto, e glielo dissi, che dopo la carriera da calciatore avrebbe iniziato quella da allenatore. Sono sicuro che avrebbe ottenuto ottimi risultati perché aveva la caratteristica principale: sapeva farsi ascoltare“.

Dai tecnico a un direttore sportivo, Daniele Pradè, che ha condiviso un aneddoto: “Prima delle partite lui dedicava sempre tantissimo tempo allo stretching. Quando lo vedevo allora mi avvicinavo e gli dicevo in romanesco per prenderlo un po’ giro: ‘Aho, nun mi dì che te fanno giocà pure oggi eh!’ e lui rispondeva sempre allo stesso modo. ‘Pare di sì, mi sa che c’è qualcuno che sta male e quindi tocca a me…’. E io replicavo: “Allora stamo messi proprio male...'”. 

Anche Cesare Prandelli è intervenuto per ricordare il difensore: “A Firenze frequentavamo lo stesso ristorante, in zona Santo Spirito, e capitava spesso di incontrarci. Una sera, dopo un lungo periodo trascorso senza vederci, ero in macchina e, l’auto davanti a me, si fermò in mezzo di strada, bloccando il traffico. Inizialmente rimasi stupito, poi riconobbi Davide che, in qualche modo, mi aveva visto ed era voluto scendere dalla sua auto per venirmi ad abbracciare“.