Il processo riguardava l’uso disinvolto dei fondi destinati al funzionamento dei gruppi consiliari nella legislatura 2010-2014 a trazione Lega e centrodestra. Cene, pranzi, spese di rappresentanza, trasferte, alberghi, bed and breakfast ma anche acquisti bislacchi: giocattoli, tosaerba, bigiotteria, incursioni in negozi di abbigliamento prestigiosi come Olympic a Torino e Marinella a Napoli. Tra le migliaia di scontrini recuperati dalla guardia di finanza nel corso delle indagini ne figurava uno che documentava anche l’acquisto di un libro erotico (che non fu mai contestato formalmente ma che serv ai pubblici ministeri per rendere l’idea).
In primo grado il tribunale oper una distinzione certosina tra spese illecite e spese che potevano essere considerate non punibili. La Corte d’Appello, in base a quanto si ricava dal lunghissimo e dettagliatissimo dispositivo, stata di gran lunga pi severa, arrivando non solo a condannare tutti gli imputati ma, in molti casi, ad alzare le pene. L’avvocato di Cota, Domenico Aiello, parla di sentenza “sorprendente” e adombra addirittura delle “irregolarit processuali” quando dice di avere avuto l’impressione che uno dei due atti di impugnazione da parte degli organi d’accusa “non sia stato stilato da chi lo ha firmato”. “Senza contare – aggiunge – che il procuratore generale ha continuato a fare indagini nel bel mezzo del dibattimento in appello. Non so se una sentenza politica. Di sicuro una sentenza che non rispecchia i dati di fatto. E mi chiedo per quanto tempo dovremmo assistere a questo tipo di giustizia”. “Di questa sentenza non mi capacito – aggiunge lo stesso Cota -. Ero stato assolto in primo grado dopo due anni di dibattimento e non penso proprio che i giudici di primo grado abbiano sbagliato. Far ricorso in Cassazione, perchè sono innocente”.
La pena pi alta (4 anni e 6 mesi) stata per Michele Giovine, all’epoca consigliere dei Pensionati per Cota, le cui irregolarit nella presentazione della lista elettorale, oltre a costargli una condanna ormai definitiva, provocarono la caduta del governatore Cota. Alla Procura di Torino ora aperto il filone che riguarda la legislatura precedente, a maggioranza di centro-sinistra. Nelle scorse settimane sono stati inviati una cinquantina di inviti a comparire. Sar una lotta contro il tempo per evitare la prescrizione. “La sentenza di oggi una pesante scure su chi ha velleit di governo del Piemonte – commenta il Movimento 5 Stelle ad una anno dalle elezioni in Piemonte -. La condanna per peculato non deve essere dimenticata…”.