Sulla decisione di M5S e Lega incide il ritardo del processo di implementazione della riforma (manca ancora il decreto attuativo del ministero dello Sviluppo economico) ma soprattutto pesano i dubbi “politici” sull’opportunità di chiudere d’ufficio l’era dei prezzi tutelati. Secondo la maggioranza, nonostante l’avvio del portale dell’Authority, la chiarezza sulle offerte non è sufficiente. Forti dubbi, durante l’iter di approvazione della legge concorrenza, furono inoltre avanzati sul servizio di salvaguardia che dovrà assicurare l’Authority per l’energia per gli utenti che alla data dello “switch off” saranno senza fornitore.
Un servizio basato su aste territoriali con condizioni che incentivino il passaggio al mercato libero, quindi con prezzi per gli utenti più alti di quelli garantiti oggi dal mercato tutelato. La proroga appare funzionale a correggere alcuni contenuti della riforma. Il ministero dello Sviluppo, coinvolgendo anche Authority per l’energia e Antitrust, punta ora ad aumentare i meccanismi di trasparenza per i consumatori evitando pratiche commerciali scorrette degli operatori.