Ocse: Inflazione sopra al 10%. Beni non necessari e servizi, aumenti non sempre giustificati

Blocco delle materie prime, costi della logistica, rincari energetici, fattori climatici e ambientali. Sono tante le motivazioni alla base dell’inflazione galoppante che sta travolgendo l’economia italiana abbattendo il poter d’acquisto delle famiglie. 

Secondo i dati medi riportati dall’Ocse, con un nuovo rafforzamento al 10,3% a giugno, l’inflazione media dei paesi che aderiscono all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha toccato il massimo da 34 anni a questa parte (dal giugno del 1988), facendo seguito al 9,7% registrato dall’inflazione a maggio. 

Il rialzo è stato trainato da beni alimentari (+13.3%) ed energia (+40,7%). Un paese su tre nell’Ocse si ritrova con tassi di inflazione a due cifre.

Un’impennata dei prezzi a cui è sempre più difficile stare dietro. Continui aumenti che coinvolgono non solo i beni di prima necessità, ma sempre di più i beni cosiddetti non necessari. 

Filiere apparentemente meno toccate dall’attuale situazione di crisi, alzano i prezzi dei prodotti e dei servizi. Dopo il caro-bollette, il caro-spesa alimentare quale altro rincaro ci stiamo già trovando ad affrontare o ci aspetta il prossimo autunno?

L’inflazione non giustifica sempre gli aumenti

Ad aprire le polemiche sugli aumenti immotivati dei servizi è stata la decisione del colosso e-commerce Amazon di alzare i costi per il servizio ‘Prime’ a partire dal prossimo 15 settembre, facendo salire l’abbonamento mensile da 3,99 euro a 4,99 e quello annuale da 36 a 49,90 euro.

“Le ragioni di questa modifica sono relative a un aumento generale e sostanziale dei costi complessivi dovuti all’inflazione, che incide sui costi specifici del servizio Amazon Prime in Italia e si basano su circostanze esterne, fuori dal nostro controllo”, spiega l’azienda. Ma i consumatori reclamano e le associazioni già promettono battaglia.

Di fronte a un crescendo di aumenti che coinvolge sempre più beni e servizi non necessari, è giusto chiedersi se la corsa inflazionistica giustifica sempre l’impennata dei prezzi ed esaminare nel dettaglio su quali beni si stanno registrando i maggiori aumenti. Per farlo abbiamo chiesto aiuto a Luigi Gabriele, presidente dell’Associazione Consumerismo No Profit